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Vallenfyre

Londra | 10 Settembre | Boston Music Room

Londra è la prima data del nuovo tour degli inglesi Vallenfyre, che a pochi mesi dall’uscita del loro terzo opus, Fear Those Who Fear Him, ritornano on the road caricati a mille. I Nostri si sono decisamente fatti notare all’ultima edizione del noto festival di musica estrema Brutal Assault con un set che ha attirato l’attenzione di una miriade di fan stipati all’eccesso nel tendone riservato alle band più underground, nonostante gli Architects suonassero in contemporanea sul palco principale. I Vallenfyre nascono dal fuoco di Greg Mackintosh, chitarrista e colonna portante dei leggendari Paradise Lost. La diversità stilistica tra le due band è perentoria, il sound dei Vallenfyre è cupo e abrasivo, con una radice di punk e crust che live trova la sua espressione migliore in tutta la sua essenza corrosiva. Spetta agli inglesi Terra il compito di aprire i battenti. Il trio originario di Cambridge è di scena da parecchi anni tra i meandri della scena live londinese: pur avendo tutte le carte in regola in quanto a tecnicità e maestria, soprattutto a livello di drumming, i Terra mancano di passione, il loro set si trascina tra alternanze troppo cadenzate e ripetitive che non convincono. Con l’arrivo degli Implore, l’atmosfera cambia radicalmente, il pubblico risvegliato dal torpore di un inizio di serata piuttosto blando, si avvicina alle prime file per non perdere un solo istante di un set che presagisce un aumento di temperature esorbitante. Con il secondo album Subjugate in uscita il 22 settembre tramite Century Media (http://www.centurymedia.com/release.aspx?IdRelease=2046) gli Implore si presentano sul palco con un impeto incontrollabile e una sicurezza sulle proprie armi che incita il pubblico a una reazione adrenalinica collettiva. Il frontman Gabriel Dubko, che milita in formazione dagli esordi nel 2012, prende possesso della sua chitarra infuocata lanciando le fiamme di Birth Of An Era e Loathe, tracce che rappresentano la potenza e la solidità di Subjugate nella sua furia distruttiva. Ma non si tratta solo di volumi atroci e velocità impossibili: gli assalti sonori di questo set sfavillante offrono un raggio d’azione molto interessante, ricco di percorsi avvincenti e rallentamenti oscuri. Gli Implore questa sera hanno aperto una voragine tra i londinesi con un concerto che merita i pieni voti. Con il posizionamento sul palco di Sam Kelly-Wallace e Chris casket (leggi anche Estern Front) che militano live nei Vallenfyre, le luci si incupiscono per l’ingresso del frontman sempre tanto atteso. Senza i suoi dreadlocks sostituiti da una vistosa cresta punk, Mackintosh sembra irriconoscibile: dal chitarrista ombroso dei Paradise Lost si trasforma nel frontman incallito che non ha paura di lasciarsi andare, condividendo il proprio stato emotivo con il pubblico ormai ammassato sul palco. La sua voce cavernosa definisce Born To Decay, traccia di apertura del nuovo album, e Messiah in tutta la loro intensità emotiva, le due tracce sono rese particolarmente ferventi dai riff trascinati e ricchi di sfumature di Hamish Hamilton Glencross. Con l’arrivo della rovinosa Nihilist i Vellenfyre confermano di aver acquisito un’evoluzione stilistica unica nella sua originalità, arricchita in versione live da una marcata profusione viscerale. Il tour continua nel nord Europa per il momento, con la speranza che i Vallenfyre raggiungano altre mete oltremanica al più presto.

Fabiola Santini

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