I Cani
Post-Mortem 42 Records
Un annuncio che non c’è stato, un’uscita quasi clandestina. Così, a sorpresa, I Cani consegnano al pubblico un nuovo album, il primo dal lontano 2016. La scrittura di Contessa, chirurgica e affilata, torna dunque a scandagliare il contemporaneo. Se il precedente Aurora proiettava lo sguardo verso un futuro incerto, tra poche luci e molte ombre, qui il baricentro si sposta sul presente. Emerge un disincanto maturo, intriso di riflessioni esistenziali sul senso ultimo del nostro agire quotidiano, spesso meccanico e inconsapevole. Una lucida presa di posizione contro il conformismo, l’ossessione per l’apparire e il giudizio facile, temi esplicitati in brani come f.c.f.t., Davos o Buco Nero. Musicalmente, le coordinate sonore evocano i Nine Inch Nails, il primo Beck e gli Eels degli esordi. Un amalgama di tessiture distorte e deliberatamente disturbanti – chitarre sature, riverberi spettrali, batterie grezze e marziali – innestata su improvvisi squarci melodici. Il risultato è un personalissimo The Downward Spiral, un viaggio sonoro intenso e a tratti sofferente. Ne è manifesto programmatico l’iniziale Io, forse il vertice del disco, testimonianza fragile e cruda di un decennio che ha lasciato il segno. Bentornato, Niccolò. La tua voce mancava. Gianluca Servetti