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VINICIO CAPOSSELA E LA BANDA DELLA POSTA

Frammenti Festival | Frascati (RM) | 8 settembre 2013

Tanto sembrano distanti i tempi dell’intimismo di Da solo quanto prossimi come approccio culturale quelli di Rebetiko Gymnastas: Vinicio Capossela dopo la tradizione greca recupera quella di casa sua, producendo e portando in tour la Banda della Posta, ensemble musicale di Calitri (AV), paese di suo padre. Chi pensa di essere dalle parti del recupero folk “colto” della Real World di Peter Gabriel è fuori strada: alla Banda non interessa finire nel Bang e Olufsen di qualche salotto colto, ma far ballare le persone, possibilmente ad un matrimonio o a una festa paesana.

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E allora quale migliore occasione del festival di Frammenti in quella Frascati e in quei Castelli Romani sinonimo di genuino divertimento a base di vino e stornelli: maestro di cerimonia è Capossela che col suo nome richiama pubblico nell’evento, ma poi lascia quasi tutto il lavoro e la gloria alla Banda, limitandosi a introdurre i brani e a ballare sui ritmi di valzer polke e mazurke. La Banda della Posta, viste carriera ed età media, si rivela inaspettatamente dotata di grande energia e tecnica: i brani sono in gran parte quelli del cd Primo ballo e diranno poco a chi è fuori da quel mondo fatto di tubi innocenti, amplificazioni lo-fi, lampadine a incandescenza; più noti certamente i pochi pezzi di Capossela riarriangiati per l’occasione, Come una rosa, Che cossè l’amor, Si è spento il sole e La notte notissimo brano del 1965 di Adamo.

Tra quadriglie e balli cheeck to cheeck chiesti (e ottenuti) dal palco c’è spazio per un omaggio strumentale alla location, con la Gita a li Castelli cantata a gran voce dal pubblico e L’inno alla Repubblica di Matteo Salvatore, sempre attuale nella ricorrenza dell’8 settembre.

Si chiude con Il ballo di San Vito e Ovunque Proteggi con Capossela che spara coriandoli: una grande festa paesana conclude la 13esima edizione del Festival Frammenti.

Roberto Esposti

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