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VERDENA, live @Venaria Reale(To)

Venaria Reale (TO), 16.11.2022

Puzza di rigurgito adolescenziale, oratorio di provincia, un muro sonoro che m’investe,
“Pascolare” sta andando; bisogna dire che dopo sette anni di assenza dalle scene i Verdena se la
cavano piuttosto bene. I primi tre pezzi in scaletta, estratti dall’ultima fatica, suonano afoni,
probabilmente la sensazione è amplificata da una non proprio ottimale acustica del teatro che ci
ospita, ma potrebbe essere una scelta deliberata, manifestazione di prolifica disobbedienza. Con
“Crystal Ball” le luci diventano oblique, hitchcockiane, le immagini dai grandi ledwall lisergiche,
tutto calzante, la cura nei dettagli concentrata nell’installazione sul palco, e amplificata da un
attento lavoro di light design, perpetua l’impressione di assistere ad uno show di respiro
internazionale. “Dialobik” è asfissiante, il pubblico estremamente eterogeneo viene sballottato, dal
vivo funziona bene, o male, dipende dai punti di vista, dalla soggettiva concezione di catarsi che
si vuole adottare. Nota dolente per l’arrangiamento troppo gentile di “Chaise Longue” (non quella
delle Wet Leg), punta di diamante di “Volevo Magia”, che in questa chiave risulta depotenziata e
perde di gravità. Roberta, sogno adolescenziale di tutti i millennials, mantiene il contatto con i
fans e bada, ridacchiando in maniera amichevole, al mattatore Alberto che sproloquia al
microfono, fa versi, diventa a tratti animalesco, in una sorta di performance ossessiva compulsiva
personalissima. La prima nota di Viba e trema tutto, tremo anche io; nel 1999 eravamo
relativamente pochi davanti a quel palco della Festa della Musica di Torino, uno dei primi live che
seguirono l’esordio, ora il tour è sold-out, i palazzetti gremiti, e nonostante le innumerevoli fasi
attraversate quest’ultimo album profuma di matrice, quasi come se dopo le molteplici
sperimentazioni l’intento fosse quello di eliminare il più possibile per tornare alla linearità, quella
che li ha resi effettivamente noti. Viene mantenuto un ritmo assillante per tutto il tempo, la
soddisfazione della band nel vedere la reazione del pubblico ai nuovi pezzi genera sincera felicità,
è palpabile, ci sono degli sguardi che rimarranno scolpiti nei ricordi dei più attenti e forse qualche
fotografo scafato li avrà anche immortalati. Si spinge ancora di più il piede sull’acceleratore, solo i
ripetuti incidenti con l’asta del microfono del nostro frontman rallentano la marcia, ma c’è da dire
che gli spontanei siparietti che si vengono a creare bilanciano positivamente l’equilibrio della
serata. Purtroppo a “Torino città esoterica”, così veniamo scherzosamente appellati, non arriva
“Angie”, ma durante l’encore non possono mancare “Muori Delay” e “Valvonauta” in rapida e
granitica successione, si accendono tutte le luci, c’è chi urla, chi spinge, qualche novizio
sbadiglia, probabilmente non sanno di quando dei bergamaschi incazzati hanno portato il grunge
su Mtv, ma questa è un’altra storia.

(Testo di Fabio Taravella / Foto di Loris Brunello)

Set List: Pascolare – Crystal Ball – Dialobik – Chaise longue – Cielo super acceso – Paul e Linda – Viba – Starless – Luna – Don Calisto – Certi magazine – Trovami un modo semplice per uscirne – Nevischio – Paladini – Sino a notte (D.I.) – Loniterp – Puzzle – Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)

Encore: Un po’ esageri – Muori delay – Valvonauta – Sui ghiacciai – Volevo magia

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