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Verdena, live @Alcatraz, Milano

22 novembre 2022

Ricordo perfettamente la sensazione di rassicurante familiarità provata al primo ascolto di Volevo Magia, il disco che ha segnato il ritorno dei Verdena dopo sette anni. Qualcuno ha cinicamente parlato di un’occasione mancata, di un album “buono” ma non abbastanza dirompente; nel mio caso, al contrario, ho constatato la capacità straordinaria di coniugare l’urgenza con l’intimismo, unita a un’assoluta riconoscibilità di suoni e attitudini: una cosa che sanno fare soltanto i grandi.  Provateci voi a stare sulle scene dal 1999 senza mai tradire voi stessi, persino quando arrivano le major, persino quando suonano (malissimo) le tue cover a X Factor – e si apre un’inaspettata (quanto improbabile) fetta di mercato, popolata di gioventù che non distingue i Måneskin da Iggy Pop.

Era dunque con tanta impazienza che aspettavo questo live, certa che mi avrebbe regalato la violenza, il fragore, persino la dolcezza che da sempre associo ai Verdena. Le due date milanesi del Volevo Magia Tour, entrambe sold out, sono state una catarsi: accanto ai bellissimi pezzi dell’ultimo album, tantissime occasioni per ripercorrere assieme un viaggio che, arrivati a questo punto, definire ragguardevole è dir poco. 

Personalmente, non li vedevo dal tour di Requiem: è stato come ritrovare dei vecchi amici e scoprirsi tutti un po’ cresciuti, ma neanche poi tanto. La verità è che i Verdena sanno ancora di spirito adolescente: rumorosi, divertiti, dissennati e impeccabili. 

L’apertura, solenne e cattivissima, è affidata a Pascolare. Segue Crystal Ball, non meno brutale, e il ritmo sincopato di Dialobik. Finalmente arriva Chaise Longue, canzone-manifesto nonché distillato perfetto di delicatezza acustica e folk psichedelico. Personalmente, mi incanto a seguire i balletti di Roberta, che gioca sul palco come una bambina, solo che nel frattempo ne ha fatte tre, di bambine, e questa cosa un po’ mi lascia incredula e un po’ mi commuove. 

Seguono altri due brani dell’ultimo lavoro (Cielo Super Acceso e Paul e Linda), poi arriva il primo appuntamento con la nostalgia: Viba, che compie il miracolo di suonare ancora più ruvida di come la ricordavo. Segue Starless (da Solo un Grande Sasso) e Luna (da Il Suicidio del Samurai). Si canta, si piange anche un po’. Per fortuna arriva a ridestarci una Don Calisto acceleratissima, con inevitabile pogo selvaggio a corredo, cui fanno da contraltare Nei Rami, Trovami Un modo Semplice Per Uscirne e Razzia, Arpia, Inferno e Fiamme. A un certo punto è impossibile misurare la temperatura in sala: siamo tutti un termometro scoppiato. Si susseguono con ritmo incalzante Sino a notte (D.I.), Caños, Loniterp, Puzzle, Scegli me (Un mondo che tu non vuoi). Quanto tempo si può resistere prima che ti esplodano i timpani e le corde vocali? Abbastanza per gli encore: si gioca facile con Muori Delay, ancora di più con Valvonauta (e qui un po’ mi guardo intorno e vorrei gridare al mondo quelle cose imbarazzanti tipo “io c’ero, cazzo! Mi ricordo ancora quando ho visto per la prima volta il video su Brand New di MTV”), seguita dall’iconica Un po’ esageri. In coda, una versione mozzafiato di Sui Ghiacciai e una devastante Volevo Magia, il cui verso “Piani non ne ho, ho solo mille forse” riesce ancora una volta a rendere perfettamente il sentire di un’intera generazione. La mia.

C’è qualcosa di celebrativo e sacrosanto, ma neanche lontanamente autoreferenziale, in questa sequenza impressionante di bellezza. E poi finisce, e arriva il momento di tornare a casa. Avrei bisogno di bere; vorrei avere a disposizione un numero imprecisato di ore per processare questa serata passata a contemplare passato e presente senza soluzione di continuità, ma domani la sveglia è puntata alle sette, ho un altro giorno “da grande” che mi aspetta. Tutto sommato, so di potermi portarmi dentro questa magia, sapere che è intatta. E non è poco.

SETLIST

Pascolare

Crystal Ball

Dialobik

Chaise longue

Cielo super acceso

Paul e Linda

Viba

Starless

Luna

Don Calisto

Nei rami

Trovami un modo semplice per uscirne

Razzi arpia inferno e fiamme

Sino a notte (D.I.)

Caños

Loniterp

Puzzle

Scegli me (Un mondo che tu non vuoi)

ENCORE

Muori delay

Valvonauta

Un po’ esageri

Sui ghiacciai

Volevo Magia

Valentina Zona

*LA FOTO DI COPERTINA É ASSOCIATA AL LIVE DI VENARIA REALE (TO), by Loris Brunello

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