Londra | Boston Arms | 21 Ottobre

Se con il primo album, A Fragile King i Vallenfyre di Gregor Mackintosh, chitarrista dei leggendari Paradise Lost, hanno reso l’idea sul percorso che avevano in mente di intraprendere,  con il secondo Splinters la band  si  riconferma con un’unità autonoma. “Ho iniziato a suonae con i Vallenfyre  durante un periodo molto difficile della mia vita, come reazione  alla morte di mio padre che mi ha colpito profondamente. Rivisitando gli anni della mia gioventù,  quando lui era in vita, ho voluto  riprendere tutti i gruppi estremi che ascoltavo allora”. Il nome della band è preso dall’inglese antico e deriva da Vallen, che significa “forte” e fyre, “fuoco”.  In effetti, gli aggettivi “forte” e “estremo” sono espressi in abbondanza nella musica dei Vallenfyre, soprattutto live.  Il loro è un fuoco che consuma: il pubblico non è particolarmente numeroso, forse in considerazione del fatto che Damnation è alle porte: l’atmosfera è comunque  carica di adrenalina, e il pubblico rappresenta l’elite dei fan più fedeli. La band si posiziona sul palco preannunciando un set apocalittico, come dimostra la prima distorsione lanciata dal chitarrista Hamish Glencross  (leggi anche My Dying Bride) in anticipazione alla bombastica Scabs. Mackintosh è visibilmente coinvolto con il pubblico, si avvicina da frontman temerario ai più incalliti che resistono le inevitabili spinte e calci sotto il palco. Le note distorte e le melodie sgraziate hanno un’anima profonda, pur mantenendo un impianto duro e cupo. Il sound diventa ricco e versatile, grazie ad una serie di assoli prieni di groove, e si disgrega in Odious Bliss, traccia indubbiamente tra le più rappresentative di Splinters. È proprio con la title-track del secondo album che i Vallenfyre salutano i londinesi : la fine della corsa che lascia tanta voglia di rivederli al più presto. La band sta indubbiamente dando un contributo prezioso alla scena musicale estrema, basta  dimenticarsi di associarli troppo ai Paradise Lost, per riuscire a captarne l’essenza.

Fabiola Santini

Ph Fabiola Santini