TUXEDOMOON | Intervista
Sebbene sia un falso mito quello che racconta di Bologna come la prima città europea ad aver ospitato una performance dei Tuxedomoon, Steven Brown, Peter Principle, Blaine Reininger e Luc Van Lieshout hanno un rapporto molto stretto con l’Italia, paese che dimostrano di conoscere molto bene e dove tornano sempre volentieri a trovare vecchi amici e un pubblico che non li ha mai abbandonati.
Sono passati più di trent’anni da quando, attratti dalla scena new wave europea, ritenuta più consona ai loro progetti musicali, i Tuxedomoon lasciano San Francisco per trasferirsi nel vecchio continente. Anni in cui la band ha attraversato varie fasi creative, allontanamenti, progetti solisti e lunghi periodi di inattività, fino al ritorno sulle scene con Cabin in the Sky, nel 2004. Di fronte ad una storia così lunga e frastagliata è sempre difficile decidere da dove cominciare, soprattutto quando si ha tanto da chiedere. Decido di partire proprio da qui, dal loro ritorno a Bologna per tre giorni di concerti già sold out da tempo, a testimonianza del numeroso pubblico che la band è riuscita a conservare nel tempo. Ma finisce che l’intervista la comincia Steven appena mi presento a lui nella hall dell’hotel dove avevamo appuntamento. Mi chiede di Rockerilla, curioso e interessato alle sorti di una rivista che non può non rievocargli un passato vissuto da protagonista. E che ha pressappoco gli stessi anni dei suoi Tuxedomoon.
Manca solo Bruce Geduldig all’appello, ma mi fanno capire che potrebbe essere un’attesa moooolto lunga. Dunque, cominciamo. Da Bologna…su Rockerilla 405 Maggio l’intervista di Daniele Follero ai Tuxedomoon.
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