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TODD THIBAUD

Waterfall

Blue Rose

 

Dietro la copertina eterea del nuovo lavoro del songwriter del Vermont risuona una cascata di chitarre liquide, scroscianti nel riverbero, ad innervare una manciata di brani che, rispetto al folkeggiante e intimista Broken, si aprono ad una dimensione più elettrica e muscolare. Il suono, animato da una ritmica stradaiola e dall’abbraccio generoso di chitarre e organo con evidenti rimandi agli Heatbreakers di Tom Petty, si avvicina a quello del recente Live at the Rockpalast, che allineava sul palco la medesima formazione. Waterfall è l’ennesima conferma della qualità nobile dell’artigianato di Thibaud ma, al tempo stesso, anche dell’assenza del guizzo imprevedibile del genio, che segna la distanza tra il capolavoro e il disco dignitoso.

Alessandro Hellmann

 

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