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THE SEA AND CAKE

Runner                                          

Thrill Jockey

è il volto più sereno e rilassato del cosiddetto postrock chicagoano quello che The Sea And Cake mostrano nell’ennesimo episodio della loro lunga attività discografica.

Evidentemente per Sam Prekop e John McEntire questo non è più tempo di più o meno audaci astrattismi stilistici e sonori, ma quello di coagulare in canzoni pop idee e intuizioni vecchie e nuove.

Ciò che Runner s’impegna a realizzare in forme tanto compiute quanto facilmente e immediatamente accessibili.

A cominciare proprio dalla brillantezza melodica di On And On, brano che dà tutta l’impressione di voler indicare la direzione e imprimere il passo di marcia del presente programma.

Vengono in mente i Feelies d’annata, o quanto meno quelli meno febbrili e frenetici, anche in New Patterns, Skyscraper e Pacific, un’attitudine guitar-pop non esattamente connaturata ai trascorsi del progetto, ma non per questo artificiosa e/o improvvisata.

Ad affacciarsi altrove (A Mere e il brano eponimo) è viceversa un’ancora meno prevedibile vena autoriale, se non addirittura folk, così come traspare dai morbidi arpeggi acustici che sostengono il tema di Harbor Bridges, forse il più “alieno” all’immagine sonora che il gruppo è andato con gli anni costruendosi.

Quasi che delegati a sorprendere (o stupire) qui non siano stati i soliti effetti speciali, ma la piena confidenza con strutture compositive classiche. 

Forse il più gradevole tra i loro ultimi lavori.

Elio Bussolino 

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