THE CONJURING
di James Wan |USA 2013
“The Conjuring” (tradotto in italiano col titolo aggiuntivo “L’evocazione”) è un horror alla maniera della vecchia scuola, ovvero tenendo sottocontrollo la voglia di strafare con gli effetti speciali e ridando valore alle inquadrature, ai silenzi, alla suspense scandita dalle musiche. Per certi versi c’è qualcosa di hitchcockiano in questa pellicola diretta con piglio sicuro da James Wan che nel 2004 si era segnalato per l’ottimo “Saw”, primo capitolo di quella che poi sarebbe diventata una serie troppo brutta per essere vera.
La storia prende spunto da fatti realmente accaduti e ruota tutta attorno alle figure di Ed e Lorraine Warren, coppia di ricercatori del paranormale, antesignani di Fox Mulder e Dana Scully di “X-Files”, che hanno ispirato tantissimi film con la loro carriera al confine del male. La trama, ambientata nel 1971 nel New England, è quindi incentrata sul tentativo dei Warren, interpretati da Patrick Wilson e Vera Farmiga, di aiutare una famiglia da poco trasferitasi in una casa infestata, i Perron, i cui genitori sono impersonati da Lili Taylor e Ron Livingston.
Trattasi di una classica storia di fantasmi con vaghi rimandi a “L’esorcista” e a serie tv che negli Anni Novanta hanno spopolato come “X-Files” oppure “Millennium”, il cui protagonista, Frank Black, possedeva lo stesso dono di Lorraine Warren, ovvero la chiaroveggenza, la capacità di percepire sensazioni o visioni sospese in un’altra dimensione.
Era da tempo che non si vedeva un horror fatto così bene, ed è persino curioso che il titolo sia uscito in sordina a fine estate e senza una potente campagna marketing, perché ha tutto, ma proprio tutto, per diventare un cult del genere. La cosa che più convince è la capacità del regista di giocare col buio e di nascondere l’orrore nel doppiofondo di inquadrature così scure che ti interroghi se persino il buio che hai accanto al cinema possa essere pericoloso. I sussulti sono ben dosati e l’ansia che possa accadere qualcosa di inatteso è continuamente dietro l’angolo. Insomma, pochi effetti speciali e tante idee per coinvolgere il pubblico soprattutto dal punto di vista emotivo, facendo leva sulle paure primordiali dell’uomo: buio, senso di impotenza, sopraffazione.
Il cast offre nel complesso una prova discreta, con la sola Vera Farmiga ampiamente sopra le righe.
Pare sia in cantiere un sequel, continuando ad attingere dalle storie narrate in più libri da Ed e Lorraine Warren. Staremo a vedere…
Francesco Casuscelli