Suicide Silence
Deez Nuts – Venom Prison
Londra | Koko | 24 Marzo
Dalla California, ritorna in Europa la furia dei Suicide Silence con il tour a supporto dell’ultimo self-titled album, uscito esattamente un mese fa tramite Nuclear Blast Records (http://www.nuclearblast.de/en/products/tontraeger/cd/cd/suicide-silence-suicide-silence.html). La formazione deathcore originaria di Riverside, pur avendo avuto un esordio esplosivo con l’uscita del primo opus The Cleansing nel 2007, ne ha passate di cotte e di crude negli ultimi cinque anni. La tragica scomparsa di Mitch Lucker, frontman e membro fondatore della band, ha scosso brutalmente le fondamenta dei Nostri che, armandosi di coraggio e voglia di spaccare il mondo, sono riusciti a resuscitare e a ripartire in quarta con l’arrivo di Hernan “Eddie” Hermida (leggi All Shall Perish). Suicide Silence è il primo album scritto interamente con l’apporto di Hermida: molti sono i critici che hanno riscontrato, disapprovando, una forte divergenza nu-metal rispetto al sound aggressivo e tagliente degli esordi, ma il concerto di questa sera prova il contrario. Live, le tracce di Suicide Silence, in particolare la splendida Doris, risultano d’impatto grazie a quelle tradizionali scosse elettriche e scariche adrenaliniche che riposizionano i Suicide Silence come una realtà death core seconda a nessun’altra band. La serata parte alla grande con gli attesissimi Venom Prison, gemma della nota etichetta Prosthetic Records. Sia visualmente che a livello di sound, lo squadrone anglosassone appare più oscuro rispetto agli headliner, la fronwoman Larissa Stupar nascondendosi dietro la sua chioma folta fa intravvedere appena la sua espressione contorta, in sintonia perfetta con le note laceranti di un sano death/hardcore. Il drumming di Joe Sheehy è il punto di forza costante di questo set fulmineo che viene chiuso in bellezza con i ritmi carichi di fuoco e fiamme. La formazione che segue, pur essendo australiana, ricorda molto una tipica band hard-core stelle e strisce, un misto tra Sick Of It All e Suicidial Tendencies ma senza averne il grandeur. A metà percorso, i Deez Nuts acquistano comunque più credibilità grazie a un groove tutto loro, reso accattivante e seducente dai vocalizzi del frontman JJ Peters. Il pubblico reagisce bene e appare caricato a mille, pronto per dare il benvenuto agli headliner. Il posizionamento sul palco del chitarrista Mark Heylmun fa partire le urla di benvenuto di tutti i presenti, molti dei quali, indossando magliette di vecchia data, seguono chiaramente i Suicide Silence dagli esordi. Con l’arrivo di Hermida parte la bombastica Doris, traccia portante dell’ultimo album. La sequenza di Wake Up e Sacred Words riporta agli esordi, tanto di cappello sia al frontman che al resto della ciurma per l’esecuzione stellare. Hold Me Up Hold Me Down quasi in chiusura, seguita dalla bombastica You Only Live Once, conferma che i Suicide Silence sono tornati in grande stile con un album che li porterà ancora una volta molto lontano e con un nuovo capitano (che oggi festeggia il suo compleanno) che li guiderà verso mete ancora più ambite rispetto al passato. Da non perdere a Milano il 14 giugno.
Fabiola Santini (testo e foto)