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SOAP & SKIN

Milano, Santeria Toscana 31
8 aprile

La bellezza, l’incanto

In una città dove tutto corre troppo veloce, in uno dei più atroci lunedì del calendario imbruttito milanese – quello che segna l’inizio della Design Week – rischiavamo di dimenticarci, come troppo spesso facciamo, che esiste anche altro: lontano dalle installazioni improbabili, dai negozi pop up, dagli eventi affollati e dagli influencer che per fortuna non ci influenzano neanche un po’, la bellezza si nasconde e tocca a noi andarla a cercare.

In Santeria, intorno alle 22, si è materializzata una forma arcana di bellezza, che si è espressa nelle più svariate forme: dapprima nella sua stessa attesa, e poi nel suo apparire, nel suo incedere, nel suo accarezzare note, nel suo dirigerle, e nel suo intonarle.

Di Anja Plaschg è quasi commovente la timidezza: appare timorosa mentre si avvicina alla platea, con quel riconoscibile imbarazzo tipico di chi fa fatica a stare su un palco, voltando le spalle ripetutamente, quasi a cercare il sostegno negli sguardi della sua band, ringraziando con un filo di voce e con grandi sorrisi, quelli sinceri di chi si emoziona davvero.

Tutt’altra cosa quando canta: una potenza profondissima, una vocalità talmente ancestrale che a tratti è terrifica, per quanto è viscerale e per quanto è perfetta. La bellezza del suo canto ti tocca fino alle lacrime, ti piega dentro. Con il suo ensemble di archi, fiati e percussioni (7 elementi in tutto), e le note del suo piano, Soap & Skin ci accompagna lungo un viaggio che ha in sé qualcosa di primitivo e celestiale: una partitura ipnotica, curata in ogni minimo dettaglio ritmico/rumoristico, che si snoda attraverso ben 20 brani, e che fa risuonare Nico, Diamanda Galás, Kate Bush, Anthony and the Johnsons, Björk.

In un live pieno di picchi emotivi, tra i momenti più trascinanti la marcia di Creep, e poi Safe With Me, Pray, Vater, Italy. Laceranti le cover di Voyage Voyage (Desireless), Goodbye (Apparat), Pale Blue Eyes (The Velvet Underground), What A Wonderful World (Louis Armstrong).

Una specie di catarsi si compie sotto i nostri occhi, e noi stessi ne siamo assorbiti. La musica finisce, Anja e i suoi ci salutano con gratitudine. Siamo grati anche noi: di nuovo verso la città, verso un nuovo giorno, ma con la consapevolezza di aver saputo cercare la bellezza, e di averla capita.

SETLIST:

This Day
Athom
Creep
Foot Chamber
Cynthia
Wonder
Voyage, Voyage (Desireless cover)
Safe With Me
Pray
Vater
Italy
Heal
Goodbye (Apparat cover)
Surrounded
Me And The Devil Blues (Robert Johnson cover)
Mawal Jamar (Omar Souleyman cover)
Gods And Monsters (Lana Del Rey cover)
Falling
Pale Blue Eyes (The Velvet Underground cover)
What A Wonderful World (Louis Armstrong cover)
Valentina Zona

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