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SLEATER-KINNEY

No Cities To Love | Sub Pop

SKOrmai è sempre più difficile credere alla notizia che una band si scioglierà definitivamente, perché prima o poi questa ritornerà insieme. Ed ecco che il nuovo anno non fa che confermare questa teoria, ripresentando sulle scene anche le tre statunitensi Sleater-Kinney il cui ultimo lavoro The Woods risaliva al 2005, anche se il loro nome aveva ripreso a circolare proprio qualche mese fa per la pubblicazione del cofanetto Start Together, comprendente i loro sette album più il brano inedito Bury Our Friends.

Le dieci canzoni di No Cities To Love tornano a far deflagrare i suoni del trio che, nato dalle ceneri del fenomeno ’90 Riot grrrl, ha sviluppato un potente sound personale che ha punti di contatto con le più rumorose Throwing Muses di Kristin Hersh e con gli arrangiamenti complessi di scuola Raincoats. E ancora una volta questa poderosa e tesa verve si mantiene su buoni livelli dove si distingue, sempre con trascinante pathos, il nervoso quanto squillante cantato della chitarrista Carrie Brownstein, un’interprete che forse non è mai stata lodata a dovere per le sue capacità espressive. Anche il resto della proposta è di un certo impatto, con le chitarre e la batteria che assalgono con potenza su melodie grintose. Positivo e inaspettato ritorno.

ph Brigitte Sire

Gianluca Polverari

  

 

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