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SIOUXSIE il report del live di Milano

Milano, Teatro Degli Arcimboldi – 7 Maggio 2023

Da mesi aspettavamo di rivivere un’insperato eppur sognato Arabian Hong Kong Night Shift con la Regina in carne ed ossa. Nessun sogno infranto per chi aveva già vissuto la sua magia decenni fa, bensì una notte magica. Per alcuni un rivivere emozioni impattanti di gioventù, per altri uno splendido momento catartico di chiusura di un cerchio. Per una minoranza di poveri di spirito, invece, solo critiche amare e francamente imbarazzanti. 

Da quando the Queen of Darkness si è ripresentata sui palchi all’età di 65 anni, ha purtroppo raccolto commenti sul web che mi sento di dover affrontare prima di descrivere il live in sé. 

Chi segue Siouxsie sa molto bene quanto sia formidabile non solo per ciò che ha saputo creare in campo artistico (davvero tanta roba), ma soprattutto per aver sfondato le palizzate maschiliste del rock britannico e non solo (insieme a Patti Smith oltreoceano) e, concetto fondamentale per una delle primissime icone della rivoluzione del ‘77, per non aver mai rinunciato ad essere se stessa. Siouxsie è stata ed è tuttora la regina del Punk perché non teme il giudizio di nessuno nel scegliere con determinazione la propria strada. Strada che, da artista curiosa e ricettiva alle culture che spaziano oltre la bolla autocelebrativa occidentale, non si può mai immaginare come una linea retta. Sperimentale nella sua personalissima arte, propone da sempre un’estetica intimamente legata alla sua kaleidoscopica esperienza umana di cosciente passeggera sul pianeta Terra, e per questo risulta profondamente  affascinante. Triste, anzi tristissimo, quindi leggere opinioni sessiste e ageiste che ritengono che una donna di “età pensionabile” debba diventare invisibile per non suscitare il disgusto dei cultori dell’illusoria fiaba di Peter Pan (che comunque sono sempre pronti a chiudere un occhio se si tratta di rockstar maschili ben più attempate, quali Iggy Pop o i Rolling Stones). Triste leggere commenti da parte di donne che si dichiarano offese dal suo look odierno, che consiste in bellissimi jumpsuits sartoriali dai toni chiari, creati apposta per il tour, e comode sneakers (di Alexander McQueen, badate bene) ideali per muoversi sul palco. Sono decenni, ragazze mie, che non si abbiglia da dominatrix, e comunque anche quando era in piena fase punk non ha mai seguito alcun stereotipo. Quanto è ipocrita il conformismo al contrario dei (finti) alternativi… 

Per Milano Siouxsie ha scelto un jumpsuit in fasciante tessuto argentato con pantalone palazzo che ha messo in risalto il fisico tonico (che chiappe!). Il trucco da Cleopatra resta eccome, e continua a dare al suo sguardo e volto maturo una intensità ed unicità quintessenzialmente femminile. 

La traccia di apertura della serata è la stupenda Night Shift, seguita a ruota da Arabian Nights: la voce non è ancora calda, si percepisce un po’ di incertezza, ma man mano che l’artista si inoltra nel set inizia ad acquistare tutte le sfumature inconfondibili a cui siamo stati abituati e che la rendono così unica (Florence Welch la sua versione hippy urlata?). E comunque anche se così non fosse stato, la collana di perle nere che costituisce la set-list sarebbe bastata per godere all’ennesima potenza… Che gioielli intramontabili da pelle d’oca restano Sin in My HeartChristine, Cities in Dust e Happy House, che inanella prima del bis. Ma anche l’iconica versione di Dear Prudence è da delirio, e la gente per questi pezzi è tutta in piedi a ballare, mentre Siouxsie ci delizia con le sue classiche movenze da danzatrice orientale. 

Non mancano versioni più intime ed ipnotiche di pezzi come Land’s End e Kiss them for Me, ma purtroppo verso la fine del concerto notiamo l’artista toccarsi la fascia lombare e sedersi per brevi attimi sul palchetto della batteria. E questo significherà che il bis sarà solo di due pezzi, peraltro favolosi, Spellbound e la cover di Passenger, mentre l’attesissima Hong Kong Garden viene purtroppo tralasciata. Siouxsie lascia infatti il palco senza prendersi i meritati applausi finali (anche se non le sono mancate plurime ovazioni tra un pezzo e l’altro), probabilmente sopraffatta dal dolore alla schiena. C’è chi dice che si sia anche indispettita per l’improvvisa “invasione” sotto il palco (il teatro presenta esclusivamente posti a sedere) sui due pezzi finali, con tanto di videate e foto da smartphone, cosa che aveva ripetutamente annunciato di non gradire. Chissà… Dopo tutto siamo in Italia, c’era da aspettarselo. 

Tra le triviali controversie e le dicerie di pochi, resta fermo il fatto che si è trattato di un concerto meraviglioso, eccitante e indimenticabile. 

Grazie Siouxsie. 

Emi Hei

Foto: Stefano Masselli

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