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Shoplifters of the World, l’atteso film sugli Smiths

È ispirato a fatti reali il film che il regista americano Stephen Kijak ha dedicato agli Smiths, ma più in generale alle tendenze musicali degli anni ’80 e al potere della musica di influire sulla vita delle persone, e che è l’opera di apertura del festival Seeyousound in corso a Torino. Shoplifters of the World (Usa/UK 2021), titolo che prende il nome dal brano del 1987 della band di Manchester, è una vera e propria apologia degli Smiths (evitatelo se non amate almeno un po’ la band), che sotto la superficie ironica e leggera con cui è costruita la trama, ci mostra una comunità in tutto il suo coerente universo di look creativi e alternativi, e già gender fluid, tra il dark e il new romantic, e sonorità molto ben distinguibili nei loro contorni, tramite cui spesso si affrontavano tematiche sociali e culturali importanti, come nel caso degli Smiths. Sebbene oggi possa sembrare del tutto normale, Meat is murder era invece una dichiarazione forte per l’epoca in cui uscì l’album (1985) ed ebbe un grande impatto. Oltre a schierarsi a favore del vegetarianismo, il disco conteneva posizioni esplicite contro il governo Thatcher e la monarchia britannica (l’anno dopo uscì The Queen Is Dead), le violenze domestiche, i sistemi educativi scolastici. 

Proprio “meat is murder” è il leitmotiv visivo del film, poiché sono queste le parole incise sulla targa del maggiolone con il quale i protagonisti viaggiano e che fin dalle prime scene accompagna la narrazione. In realtà, tutto il film è cosparso di richiami agli Smiths, compresi i testi delle canzoni che diventano parti del dialogo dei protagonisti, i quali parlano e vivono le scene delle canzoni e dei video della band, ed è diviso in quattro sides, sempre riferite a brani degli Smiths e ai loro testi.

I ragazzi di Denver al centro della trama sono infatti accomunati dalla passione sfegatata per la band di Morrissey e restano sconvolti dalla notizia del suo scioglimento. Quella musica è il loro mondo e cercheranno di comunicarlo in ogni modo, in un’America in cui i riferimenti musicali della maggior parte dei giovani sono diversi. In uno dei momenti più divertenti del film, uno dei ragazzi entra nello studio di un’emittente radifonica e impugnando una pistola costringe il dj, un rocker amante dei Kiss, a trasmettere solo musica degli Smiths. Il messaggio finale è nobile, anzi nobilissimo: la musica unisce anche le diversità estreme ed è fondamentale nella vita delle persone. Il modo in cui questo messaggio viene trasmesso poteva essere più incisivo e dotato di maggiore spessore, nonostante la scelta stilistica sia chiaramente di rivolgersi a un pubblico giovane. Il film va preso con molta leggerezza, come una specie di fiaba o sogno, e soprattutto come un’occasione per ascoltare una ventina di brani degli Smiths (quasi l’intera colonna sonora) che per la prima volta Morrissey ha concesso al cinema. Rossana Morriello

Seeyousound 8 https://www.seeyousound.org/

18-24 febbraio, Cinema Massimo, Torino

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