SHOEGAZE
Il rock indipendente degli ultimi tre anni è stato illuminato dal ritorno di quattro gruppi storici della scena shoegaze: i My Bloody Valentine, gli Slowdive, i Secret Shine e i Ride.
I quattro gruppi che tra il 1990 e il 1993 hanno segnato un’epoca con una manciata di dischi entrati nella storia del Rock. Lo shoegaze è durato il battito d’ali di una farfalla, schiacciato da una parte dal grunge dei Nirvana, dei Soundgarden e dei Pearl Jam e dall’altra dal brit-pop di Suede, Blur e Oasis: per i successivi venticinque anni di shoegaze se n’è parlato solo nei sotterranei dell’indie rock. Fino al clamoroso ritorno dei MBV di Kevin Shield che nel febbraio del 2013 hanno pubblicato uno degli album più attesi di sempre, mbv. Dell’altrettanto inatteso omonimo quarto album degli Slowdive ne abbiamo parlato ampiamente sullo scorso numero di maggio di Rockerilla. Non meno illuminanti, almeno per gli appassionati del genere, i recenti dischi dei Ride (Weather Diaries) e dei Secret Shine (There Is Only Now). Che sia il momento buono per una nuova ondata di gruppi shoegaze?
Cosa è rimasto dopo il passaggio di queste quattro comete? Cosa si nasconde nella lunga coda piena di corpi luminosi che illumina la galassia shoegaze? Alcuni dei gruppi che abbiamo preso in considerazione per questa mappa sono in vita da molti anni, altri si sono appena formati: in ogni caso sono tutti in attività, e continuano ad alimentare una passione che sembra non finire mai.
Su Rockerilla 446 Dicembre ’17 Roberto Mandolini e Riccardo Cavrioli stilano la mappa (dalla Russia all’Italia, dagli Stati Uniti all’Australia, dalla Gran Bretagna al Giappone) delle band shoegaze: 10 pagine per 17 band.