La serata evento organizzata dal Mao, Museo di Arte Orientale di Torino, il giorno 15 di febbraio, ha visto come protagonista d’eccezione la cantante Tuvana Sainkho Namtchylak, guadagnandosi un meritato “pienone”.
In un contesto suggestivo (il Mao presenta una invidiabile collezione di artefatti dall’Oriente), l’artista appare sul palco suscitando un coro di “ooh” e “wow” per il look: corta tunica in nero luccicante, volto interamente coperto, e copricapo consistente in un vinile a 33 giri. L’arte della Namtchylak intreccia l’espressione del corpo ai vocalizzi tipici del canto nomadico dell’Eurasia, attualizzando il tutto con uno sguardo contemporaneo. Questa sera la performance è interamente dedicata alla voce, che si esprime in tuvano, inglese e russo, senza alcun accompagnamento. La suggestione dell’antichissimo canto armonico di gola, le cui origini si perdono nel tempo, è possente, come lo sono i delicati gesti ritualistici.

Quando i vocalizzi si trasformano in un buzz robotico, comprendiamo il perché del volto coperto: l’artista cattura con il suo spirito sciamanico l’entrata dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite. O almeno questo pare il messaggio. Probabilmente nella mente della Namtchylak accade tutt’altro, come potrete leggere nell’intervista che pubblicheremo sul numero di marzo. Ciò che conta è che il pubblico lascia il concerto con l’animo vibrante di gioia.
Emi Hei

SAINKHO NAMTCHYLAK

Performance nell’ambito della mostra Buddha¹⁰Mercoledì15 febbraio 2023 ore 18.30

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino