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Ronnie’s, il documentario sul jazz club londinese

Non di solo rock vive il Seeyousound. Da sempre il festival è aperto a tutti i generi musicali, a tutte le tematiche, a tutte le aree geografiche. Ronnie’s (UK, 2020) di Oliver Murray è un documentario su uno dei più importanti jazz club al mondo, ancora oggi un luogo di culto, situato nel quartiere Soho di Londra, e sul musicista che l’ha aperto nel 1959, il tenorsassofonista Ronnie Scott. Una storia lunga e significativa che ha visto esibirsi in quel club i più importanti jazzisti. Come dice lo stesso Ronnie nel documentario, sarebbe più facile elencare coloro che non ci hanno suonato che coloro che l’hanno fatto. Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Oscar Peterson, Miles Davis, Sarah Vaughan, Nina Simone, Ella Fitzgerald, per fare solo qualche nome. Ma ci sono passati anche grandi nomi della musica pop-rock come Jimi Hendrix, nell’ultima sua apparizione pubblica, o Van Morrison che ha duettato nientemeno che con Chet Baker. Il locale è diventato un’istituzione a livello internazionale in fatto di jazz, ma Ronnie Scott fin dagli inizi apriva anche ai musicisti pop, come si definivano nei 60’s, perché sosteneva che molte band pop di quegli anni suonavano di fatto jazz, anche se magari non ne erano consapevoli.

Lui, figlio di un musicista, suona nella Londra del dopoguerra quando il bebop diventa il nuovo linguaggio in cui i giovani si riconoscono e con cui si ribellano alla commercializzazione dello swing. Per i musicisti jazz era frequente suonare sulle navi da crociera che spesso li portavano a New York dove i club jazz erano all’avanguardia. Proprio di ritorno da un viaggio Scott decide di aprire un locale a Londra. Un locale diverso da quelli a cui i jazzisti londinesi erano abituati, i cui proprietari non erano minimamente interessati alla musica ma solo ai soldi. Si fa aiutare per la parte commerciale dall’amico Pete King, mentre lui si occupa della parte artistica. Funziona ma dal punto di vista economico non è per niente facile mandarlo avanti con i soli musicisti britannici, servono le star internazionali che, a cominciare dal primo, il sassofonista Zoot Sims a inizio anni ‘60, non smetteranno di frequentarlo.

Un bel documentario quello di Murray, che offre tanta musica tramite filmati originali d’epoca, e poi foto, testimonianze di musicisti, giornalisti, fotografi, scrittori e di tutti coloro che ancora oggi hanno a cuore quel locale mitico di Londra. Dopo la morte di Scott nel 1996, Pete King ha gestito il locale da solo per qualche anno prima di venderlo nel 2005 all’impresario Sally Greene e al filantropo Michael Watt che ne hanno conservati intatti sia l’ambiente e l’arredamento interno, sia lo spirito con il quale Ronnie Scott l’ha creato e gestito per molto tempo, confermandolo come punto di riferimento nella Londra dei giorni. nostri.

SEEYOUSOUND 7 International Music Film Festival

19 – 25 febbraio 2021 | online on demand su PLAYSYS.TV

www.seeyousound.org

di Rossana Morriello

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