NILS FRAHM
Spaces
Erased Tapes
Danzando come mille foglie autunnali fatte di elettronica, sequencers e loops attorno al pianoforte, Nils traccia con questo albo le geometrie di spazi nuovi e mai titolo fu più azzeccato. Se il sorprendente incipit ci fuorvia con suoni vintage, dopo nemmeno due minuti il secondo brano Says delinea la semantica della poetica di Frahm, con un soave crescendo in un mix elettronico/acustico di raro equiibrio, mentre Said and Done, dal ribattuto ostinato mertensiano riporta ai minimalismi sdruccioli degli anni 80, non disdegnando, in questo nuovo neoclassicismo, un tributo ai maestri del genere, da Wim Mertens a Harold Budd. Anche la successiva Went Missing e Familiar, solo piano, sulla stessa linea.
Invero è dove il pianoforte resta solo, o si copre di un lieve velo di elettronica o noise, che Nils offre il meglio di se. Orchestra intrinseca di altro poco ha bisogno il piano quando accarezzato dalle mani di un musicista di tale statura. Infatti la maggior parte dei brani si svolgono su quella tastiera.
L’album, registrato dal vivo, testimonia l’evidente empatia che il pianista tedesco riesce a instaurare con il suo pubblico, concedendosi a improvvisazioni aperte, alternate a momenti di raccoglimento profondo, ricchi di linguaggi ancora da sviluppare, come nella introspettiva, pulsante, finale Harmonium. Un album intenso, un nuovo classico.
Massimo Marchini