Top

Motorpsycho

Circolo degli Artisti, Roma, 06 maggio

 

E’ una fortuna che il ritorno a Roma dei Motorpsycho avvenga in un maggio anomalo, piovoso e un po’ freddo: il Circolo degli Artisti, già caldo di suo nella bella stagione, fonderebbe per l’energico rock psichedelico del gruppo norvegese. Il lunedì feriale non impedisce il sold-out al botteghino, di un concerto che alle 21:15 vede i nostri già sul palco: l’esordio (morbido) è Year Zero, seguito da sonorità più aggressive con The ocean in her eye. Trust us è uno dei loro dischi più noti e ricorrerà, nonostante il tour sia quello del freschissimo Still life with eggplant e la scaletta di conseguenza. Dunque arrivano August, Barleycorn ma anche Feel cantata da buona parte del pubblico: già, il pubblico, che ancora una volta ci stupisce per eterogeneità, spaziando da teenagers a persone di mezz’età, da capelloni metallari a giovani indie. In diversi pogano, parecchi cercano (come lo scrivente) rifugio nella saletta laterale al palco: la temperatura col passare dei minuti si fa intollerabile e la macchina del fumo, accesa per tutto il concerto, non facilita la respirazione. Sudano tantissimo anche i Motorpsycho sul palco, che suonano pezzi con un clock di mezz’ora fatto di sequenze veloci e potenti e altre più melodiche e riflessive: molto spazio viene lasciato alle code strumentali, che diventano vere e proprie suites psichedeliche o post-rock.

La prima parte del concerto si chiude dopo un’ora e mezza: l’encore è quasi l’intera riproposizione di Blissard e va avanti un’altra mezz’ora, con momenti molto spettacolari come S.T.G. il cui stacco del ritornello vedrà tutte le chitarre innalzate al cielo.

La generosità nella musica è un gruppo che suona a ritmi a volte infernali per oltre 2 ore a fronte di un biglietto di 20 euro: che gli Dei Norreni possano conservarci i Motorpsycho ancora a lungo.

Roberto Esposti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Condividi