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MOTORPSYCHO

All’ingresso del Magnolia c’è una lunga fila ansiosa di assistere al ritorno live dei norvegesi Motorpsycho. Dopo essere entrati però ci si accorge che le tante persone ancora fuori non sono nulla rispetto alla numerosa folla che assiepa all’inverosimile il tendone concerti di questo operoso Circolo Arci. Sono da poco passate le 21.30 quando il terzetto di Trondheim appare in scena e da quel momento in poi è apoteosi. Con un live di oltre due ore e mezza il gruppo spende tutte le energie possibili in un set selvaggio e acido che, solo in alcuni frangenti, si placa per regalare qualche ballata più delicata come Feel e Blueberry Dream o brani molto indie pop rock 90 (Forget it o Junior ad esempio) prima di tornare a far muovere le teste del pubblico investite da un roboante suono caratteristico delle loro più portentose composizioni. Kenneth Kaspad è un’autentica forza della natura, un batterista virtuoso ma anche violento sulle pelli, una macchina ritmica di alto livello che non risparmia un muscolo del suo tonico fisico. Questo motore percussivo si è confermato ideale per i viaggi elettrici e gli arrangiamenti melodici dei due stregoni con lunghe chiome Ben Sӕther (voce, chitarra e basso) e Hans Magnus Ryan (chitarra e voce) capaci, con le loro sei corde, di suonare come un’orchestra elettrica investita da una tempesta di neve. La scaletta ha preso molto dall’ultimo disco Here Be Monster ma il percorso ha spaziato veramente nel tempo con estratti dai mitici vecchi dischi Demon Box (BlueBerry Daydream, Junior, Feedtime), Timothy’s Monster (Waering Yr Smell, Watersound) e qualche chicca come Forget it da Motorpnarkotic Manuscripts e Vanishing Point dall’ep Barracuda. Concerti così sono ancora da esempio per tanti altri musicisti poiché fanno comprendere bene qual è l’essenza della musica e l’importanza del live, un set in cui la band ha unito professionalità ma anche primordiale istinto senza mai risparmiarsi. Un bellissimo tour de force musicale per un pubblico rimasto ancora una volta soddisfatto dal concerto di questi autentici “mostri” dove sudore, mestiere e grandi pezzi sono stati tutt’uno. Una grande conferma, anzi una grande certezza.

Milano |  9 maggio 2016 | Magnolia 

Gianluca Polverari

 

 

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