MORRISSEY
World Peace Is None Of Your Business Harvest/Capitol/Universal Ritorno di Moz dopo cinque anni segnati da tour, CD remastered, raccolte, ricoveri ospedalieri, un’autobiografia e un film-concerto. In nuovi brani-manifesto, al limite dell’autocitazione, riemergono lo humour amaro, l’allure mortuaria (talora in pezzi ambiguamente solari), i riferimenti colti (ad uno degli emblemi della beat generation, Neal Cassady), o l’ineluttabilità delle sconfitte. Il titolo preannuncia una qualche patina sociale più chiara, che si traduce nel sarcasmo della title-track sulle illusioni dei “little fool”, a cui tocca solo pagare le tasse “sweetly”, senza far troppe domande, nello sfondo (compiaciuto) di Istanbul o nella provocatoria, ma anche metaforica The Bullfighter Dies. Elementi di rinnovamento gli inserti di suoni spettrali o evanescenti (v. intro e strofe della notevole I’m Not a Man, o l’organo della sontuosa Kick the Bride Down the Aisle); d’effetto i minimalismi acustici in brani ora lividi, ora di tersa e tesa malinconia, e i bassi smithsiani con fiati setosi di Oboe Concerto. Laceranti le chitarre distorte, mentre altrove l’insistenza di quelle latine, pur orecchiabili, rischia di sfociare nel kitsch. Di rado però gli arrangiamenti sono stati determinanti nel Moz solista: quel che ci si aspetta è che resti Moz nei versi e nello charme inossidabile delle melodie vocali, da crooner sardonico e salmodiante. Un’altra tappa nella sua APOTEOSI ANTIEROICA TRA I CLASSICI.
Ambrosia Jole Silvia Imbornone