MORCHEEBA
Blackest Blue Kartel Music Group
Decimo album in studio per una delle band più sorprendenti degli anni ’90, oggi più di ieri impegnati nell’intima ricerca di sonorità immersive. Per chi non lo sapesse, Morcheeba significa ‘La via della cannabis’: da ‘Mor’ espressione inglese che indica un genere musicale affine allo smooth jazz nonché, letteralmente, la parte centrale della strada (middle of the road), e ‘cheeba’, nome gergale della cannabis. Inevitabile il passo avantie l’aria densa ma frizzantina che si respira, da sempre, attorno al loro sound. Downbeat, chill, electro-pop e soul, marchio di fabbrica elementale, sintesi amalgamata di contaminazioni sui generi nei generi. Libertà di scrittura, incentivata dalla castrazione live e dall’innata capacità di saper abbracciare ogni nota con il calore e la tecnica fluttuante che li contraddistingue. Il confinamento come arpa dell’anima, non come arma di distruzione o di cupa introspezione. Un viaggio che rappresenta la grandezza di Skye e Ross, qui accompagnati da Duke Garwood (Mark Lanegan) e Brad Barr (The Slip, The Barr Brothers). Ritrovata fiducia, amore per la natura (dall’oceano alla luna, attingendo dalla sua luce), tutto propende per il meglio nell’animo dei Morcheeba e questo album è un’iniezione di positività cangiante, sfumata da corpo a corpo. Sulphur Soul è il brano che più di tutti fonde la storia della band in soli 3 minuti. Dopo Sounds of Blue (primo singolo nato dopo la recente esperienza di apnea, di Skye, in Thailandia), Oh Oh Yeah (la notte si è solo cambiata d’abito) e The Moon (video selezionato nella categoria Silver Screening dei Berlin Music Video Awards) è giunto il momento del quarto singolo Killed Our Love, vero apripista per un gradito ritorno.
Se cercate note raffinate per i prossimi aperitivi, ovunque voi siate mettete su questo album. Samuel Chamey
ph Michelle Hayward