METAMORPHOSIS (musiche di Arvo Pärt)
Due rintocchi di campana, e l’orchestra di archi da Cantus in memoriam Benjamin Britten,un sfondo bianco e poi bianco sporco. Un cervo di aria si alza molto lentamente dalle tavole del palco, su tre livelli di palcoscenico, cinque danzatori, cinque voci, disegnano sul bianco le musiche di Arvo Pärt, le sue piccole e grandi orchestre di violoncelli e violini.
Corpi nella musica e corpi nella danza, corpi che attraversano tre livelli, corpi oscurati, sbiaditi e poi lentamente a fuoco. Le musiche del compositore estone sono in questo spettacolo della Compagnia Virgilio Sieni la guida ai movimenti, ai gesti e alle azioni. 60 minuti che a ben vedere sono la stessa durata di un album.
Tutto è talmente essenziale da concederci lo spazio mentale per isolare la nostra immaginazione, e per concederci la libertà. Fuori, fuori dal Modena, c’è Sampierdarena, con le auto che sfrecciano con gli stereo a tutto volume, sparando insieme il fragore delle marmitte bucate e la musica sudamericana, tra i fischi di qualche petardo per la strada. C’è chi passeggia come noi (che entriamo e usciamo da un teatro e forse siamo ancora una categoria di “borghesi”), e naturalmente il rumore ci spaventa e ci fa sobbalzare. Perché il rumore è sempre associato ai cambiamenti sociali, alla Rivoluzione e noi invece vogliamo tornare a casa con un pò di pace.
L’ultima immagine, è di un danzatore con una grande ala sulle spalle, ma quest’ala alla fine non lo fa volare, lo appesantisce e lo spinge con gravità verso il palco. Fino a cadere. Lentamente. Luca Pagani Ph Andrea Macchia
METAMORPHOSIS – COMPAGNIA VIRGLILIO SIENI Genova Sampierdarena, Teatro Modena, 13 dicembre