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METALOWA WIGILIA

Varsavia (PL) | Progresja Music Zone | 19 dicembre

Come vuole la tradizione, il Natale, ricorrenza che travalica i confini del sacro e del profano, si festeggia ogni anno anche nei meandri della comunità black metal. Se dall’altro versante d’Europa, a Norrköping (città natale dei Marduk) in Svezia, il Black Christmass ha attratto una buona fetta di seguaci grazie a un line-up da urlo (Marduk, Tribulation, Venom, Death Wolf), qui a Varsavia il programma non è certo da meno. Il Metalowa Wigilia è un festival della durata di un solo giorno e ogni singolo istante è calibrato pesantemente, grazie a una line-up decisamente invidiabile. Gli abruzzesi Selvans inaugurano in grande stile questa giornata esclusiva e la componente ritualistica di questa nuova promessa black colpisce subito, grazie alle presenza sul palco del frontman Selvans Haruspex, ammirevole per versatilià vocale e consapevolezza dei propri mezzi. Il set di apertura procede billantemente tra luci soffuse e ambience funerea ma al contempo ricca di scariche elettriche che fanno ribollire il sangue nelle vene. Difficile credere che i Selvans siano un gruppo alle prime armi (il loro primo full-length, Lupercalia è uscito lo scorso ottobre), i membri di questa band assolutamente da seguire sono perfettamente affiatati tra loro e dimostrano di avere già maturato una propria entità di gruppo. Con un inizio di questo livello l’umore è visibilmente alle stelle e dopo la parentesi degli sloveni Cvinger, spetta ai norvegesi Gehenna il compito di mantenere alte le temperature e la formazione capitanata dallo stregone Sanrabb ci riesce in pieno.

Il loro è un black ricco di atmosfera, con i vocalizzi di Sanrabb, aspri e cavernosi a rappresentare il punto di forza di ogni singola traccia, in particolare della splendida Abbattoir, che si dimostra decisamente il loro cavallo di battaglia. Il pubblico è incantato da questo set ma la scaletta purtroppo impone di dare spazio ai connazionali Kampfar. Guidati da un Dolk come sempre in ottima forma, i Kampfar scuotono il pubblico con il loro pagan black che offre molti elementi di interesse. Tra vocalizzi taglienti e riff tirati a mille il set si fa apprezzare, soprattutto per l’impegno e la forza del frontman che non conosce cali di tensione.

Avere i Primordial in programma è sempre una buona notizia e ce lo dimostra il frontman Alan Averill, incappucciato come vuole la tradizione, che condivide con il pubblico una versione particolarmente infuocata di Where Greater Men Have Fallen. La sequenza di No Grave Deep Enough e The Coffin Ships viene eseguita con la tradizionale maestria di questa band che album dopo album e concerto dopo concerto sta raggiugendo il meritato status di leggenda.

Il pubblico è surriscaldato e con il calare delle luci ci si sente trasportati negli abissi infernali dove regnano solo loro, i famigerati Gorgoroth. La formazione norvegese capitanata da Infernus è in tour a supporto di Instinctus Bestialis uscito lo scorso maggio. Con Hoest dei Taake nel ruolo di frontman, il loro sound black spietato acquista ancora più spessore e magnetismo.

Il loro meccanismo è oliato alla perfezione e la loro è una vera e propria dimostrazione di potenza con il suo punto di forza nella diabolica Incipit Satan, la ballata dei dannati. L’atmosfera è unica e la formazione dimostra ancora una volta di avere un’identità e una forza motrice invidiabile. Spetta quindi agli svizzeri Triptykon il compito di chiudere questa giornata entusiasmante, ma la formazione del leggendario Tom G. Warrior, fatta eccezione per una versione particolarmente accattivante di Altar Of Deceits, non regge il confronto con le band precedenti che hanno soddisfatto ampiamente le aspettative del pubblico.

Fabiola Santini (testo e foto)

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