MATTEO SACCO Anteprima
Matteo Sacco, cantautore romano di nascita, ha pubblicato il 14 Ottobre il suo debutto discografico dal titolo “La dolce vita”, qui in ANTEPRIMA il video de ‘Le Anime Morte’:
MATTEO SACCO | La Dolce Vita | A Buzz Supreme
Matteo Sacco ha le idee chiare: segue le orme dei cantautori italiani degli anni ’70 e ne personalizza il linguaggio, iniettando un po’ di rock (e non solo: non mancano ritmiche ska, una tastiera elettronica, un sassofono) fra le pieghe del folk. I testi rivestono un ruolo centrale: Sacco è fondamentalmente un narratore il cui autobiografismo sfuma in un surrealismo di grande impatto lirico. L’autore parla in prima persona e disegna i contorni di figure eccentriche; le colloca in un quadro preciso, fatto di luoghi, elementi naturali, terra. La title-track parla di fuga (“l’isola della felicità”) e schiude una dimensione onirica che irrobustisce il sapore felliniano del titolo. Un lavoro senza cadute di tono, FORTE DI UN RITMO NATURALE.
Francesco Buffoli
Dal vivo Matteo Sacco (voce e chitarra) divide il palco con: Tommaso Dottarelli (tastiere e synth), Edoardo Fabbretti (batteria), Glauco Fantini (basso) e Marco Massino (chitarre).
Credits:
Regia: Salvatore Calogero
Montaggio: “Zucchero”
. Matteo SaccoL'idea del video del Le anime morte, che si apre in un'ambientazione metropolita, con riprese concentrate sui piedi della gente che si affretta nel caos di una stazione, sulle ruote di macchine che sfrecciano nel traffico e sul personaggio principale che cammina a testa bassa, nasce senz'altro dalla prima strofa della canzone e vuole descrivere in maniera quasi didascalica la sensazione di alienazione che sicuramente ognuno di noi ha avuto modo di provare più volte nella vita e che è il concetto portante del testo del brano: la tentazione, o l'attrazione, che subisce la nostra anima verso uno stato di mediocrità, una modalità dell'essere che definirei sub-umana e che è magistralmente descritta dall'omonimo libro di Gogol da cui ovviamente la canzone prende il titolo. Questo sentimento opprimente spinge però il protagonista ad uscire dalla situazione iniziale, fonte di malessere esistenziale, e gli dà l'abbrivio per dirigersi verso nuove esperienze e attraversare situazioni sempre più leggere e variegate che, seppur ancora vacue, gli permettono di misurarsi con tutte le possibilità insite in lui, così da riuscire a raggiungere infine quanto meno uno stato di maggior benessere, se non addirittura di libertà, come poi canta infatti testualmente il ritornello finale del brano