Top

LUCCA FILM FESTIVAL 2015

La Luce dei Grandi 

“Stiamo girando “The Correspondent”, il nuovo film di Giuseppe Tornatore: una storia d’amore tra due astrofisici in cui recito accanto all’attrice Olga Kurylenko – ha dichiarato Jeremy Irons in conferenza stampa – Insieme a Giuseppe lavoro sulla sceneggiatura e sono entusiasta. Amo i registi che si innamorano dei loro progetti, come Tornatore, come David Cronenberg, ma anche come tanti autori di opere indipendenti che non rientrano nel mercato dei blockbuster. Sono europeo e quando si parla d’arte cinematografica ho una sensibilità europea: non amo generalizzare ma normalmente la logica del cinema americano è semplicemente quella di massimizzare gli incassi”.

Si è presentato così Jeremy, la presenza fisica più attesa dell’11° Lucca Film Festival dopo David Cronenberg (assente per motivi personali e collegato spesso via Skype per le sale cinematografiche cittadine). È principalmente all’autore canadese che è stata dedicata la kermesse toscana sempre ricca di spunti pregni di passion d’autore. Registi e personaggi come Alfonso Cuaròn, Terry Gilliam e Matteo Garrone, attori come Irons e la consorte Sinéad Cusack, sono solo alcuni dei profili pesanti che hanno amorevolmente partecipato alle proiezioni, lezioni di cinema e conferenze stampa indette per l’occasione. Grazie alla Regione Toscana, grazie ai finanziamenti privati e al supporto delle istituzioni locali LFF 2015 può ritenersi soddisfatto di aver attirato attenzioni di massa da parte anche degli studenti accorsi numerosi ai vari incontri tenutisi tra il Teatro del Giglio, il Cinema Centrale, il Cinema Moderno e l’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara. Inoltre alla Fondazione Ragghianti, alla Casa natale di Giacomo Puccini e all’Archivio di Stato (ex-Macelli) si possono ancora visitare le straordinarie mostre dedicate al pensiero-forma di David Cronenberg con Evolution che raccoglie oltre un centinaio di manufatti artistici e oggetti provenienti dai seti dei film, con Red Cars che indaga sulla passione del regista per i motori della Ferrari (un film mai realizzato) e con M. Butterfly che offre in mostra i costumi di scena del film diretto da Cronenberg con Irons, oltre a vari fotogrammi e curiosità che si intersecano (ovviamente) con l’operato di Puccini.

“Io sono come una stanza vuota che, ad un tratto, si riempie di persone, di vibrazioni, di colori. Poi tutti svaniscono, ma egualmente qualcosa di loro e di magico rimane nel mio profondo. I due gemelli interpretati da me ne “Gli inseparabili” o la storia tragica di Renè Gallimard in “M. Butterfly”. Ecco forse sono loro, la notte, a suggerirmi il senso della vita”. Colpiscono le parole di Jeremy per la musicalità e la naturalezza della loro trasmissione. “Sono solo un attore, ho un testo da seguire, scritto da qualcun altro. Non posso prendermi il merito dei miei personaggi”. E prosegue incensandosi di umiltà e professionalità, di carisma e personalità. “Quello che mi limito a fare è immaginare e immaginarmi in altre epoche. Come un bambino uso l’immaginazione”. Ciò che emerge dalla carriera di un attore non è la sua “prostituzione professionale” ma la polivalenza e la capacità di “switch_are” tra le varie personalità inserendosi coscientemente in una nuova identità. E Jeremy ha dimostrato di essere capace di grandi numeri.

David Cronenberg si è dimostrato una persona solare, sorridente e disponibilissima, equilibrata mai oltre le righe, composta ma decisamente autorevole sotto tutti i punti di vista. Il ricordo alla passata edizione con Lynch protagonista fa riflettere su quale sia la relazione esistente tra la reale coscienza interiore dell’autore, l’inconscio e la trasposizione cinematografica. Apparentemente netta la distanza, in realtà tutto è collegato da un invisibile cerchio di luce e magnetismo intellettuale, filosofico, carnale, meccanico, banalmente esistenziale.

La rassegna ha celebrato dei veri campioni, focalizzandosi su tutta la carriera del regista fin dai primissimi cortometraggi girati con finanziamenti statali all’Università canadese di Toronto. Tutta una serie di proiezioni che spaziano da La Mosca a Scanners, da La Promessa dell’Assassino al recente Maps to the Stars. Gli horror degli esordi e gli “horror” contemporanei. Il virus che si propaga dalla carne al cervello e viceversa.

Le musiche scritte dal compositore premio Oscar Howard Shore per il regista sono state eseguite dall’Orchestra del Conservatorio Boccherini di Lucca presso la chiesa di San Francesco per celebrare la musica come solo la culla di Puccini può fare.

Matteo Chamey

 

Condividi