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LITURGY

Londra, Electrowerkz  | 11 giugno ’15

Transcendental black metal o semplicemente avant-garde nella sua espressione più particolareggiata: ecco come si può descrivere il sound dei giovani americani di Brooklyn Liturgy, band di punta dell’etichetta Thrill Jockey in tour a supporto del loro terzo full-length, Ark Work, uscito lo scorso marzo. Il loro set è preceduto da una performance particolarmente singolare della solista Circuit Des Yeux, un ottimo preludio in materia di atmosfere glaciali. Il sound di questa artista, alla quale non mancano sicuramente buone doti di presenza sul palco, è un’esaltazione di forze e di emozioni contrastanti che raggiungono un bilanciamento perfetto grazie al connubio tra i vocalizzi più tenebrosi e gli arpeggi di chitarra acustica più delicati. I suoi quarantacinque minuti di gloria trovano l’appoggio del pubblico che per tutta la durata del set rimane incantato. Dal momento in cui i Liturgy arrivano sul palco, aumentano le temperature e visibilmente anche l’esaltazione. Con la sequenza iniziale di Pagan Dawn e Father Vorizen l’Electrowerkz è percorso da saliscendi emotivi e rabbiose cavalcate noise accentuate dai vocalizzi glaciali del frontman Hunter Hunt-Hendrix, elemento portante della band sin dagli esordi. Il clima gotico e plumbeo di Kel Valhaal, terza traccia di Ark Work rappresenta l’apice del set, soprattutto per abbondanza di riff neri e di assoli sfibranti quasi all’eccesso. Ottimo anche il drumming di Greg Fox che con il suo stile forsennato conferisce al sound sfumature più metal e una certa dose di fervore. Il loro set procede tra i meandri complicati e le cime irraggiungibili di Reign Array e Generation dove spiccano trame avvincenti e episodi particolarmente rocciosi e complessi.

Bravi tecnicamente anche se decisamente non per tutti i Liturgy lasciano il loro pubblico completamente affascinato.

Fabiola Santini (testo e foto)

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