LIBERATION DAY
I LAIBACH IN COREA DEL NORD
Si è aperta il 27 gennaio a Torino la terza edizione di Seeyousound – International Music Film Festival, primo festival in Italia totalmente dedicato al cinema a tematiche musicali. Nato un po’ in sordina tre anni fa, il festival è decisamente in crescita, anche grazie alla collaborazione che si è concretizzata l’anno scorso con il Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema, e presenta quest’anno un programma di grande interesse che spazia tra vari generi cinematografici (fiction, documentario, animazione) e diversi generi musicali (rock, hip-hop, elettronica, etnica, jazz), con realizzazioni provenienti da tutto il mondo. Fino al 4 febbraio verranno proiettate, in due sale del Cinema Massimo, una settantina di opere, tra film in concorso e selezionati in due rassegne, con numerosi eventi collaterali distribuiti in varie sedi cittadine. Il tema conduttore di questa edizione del festival è il successo, la fama. Il concorso è suddiviso in tre sezioni, Long Play (lungometraggi), 7inch (cortometraggi) e Soundies, dedicata ai migliori videoclip musicali, mentre le due rassegne sono: Into the Groove, che presenta film in cui la musica è un mezzo di riscatto e di affermazione della propria identità e Trans-Global Express che esplora paesaggi sonori interculturali.
Nella serata di apertura è stato proiettato il film Liberation Day (2016), diretto da Morten Traavik e Uģis Olte, un documentario sul concerto dei Laibach a Pyongyang, primo gruppo straniero a suonare nella Corea de Nord. I Laibach, band industrial slovena nata nel 1980, in quella che ai tempi era la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, provocatoria e sperimentale, sono stati spesso oggetto di contestazioni e critiche per l’uso di simboli forti e ambigui legati in particolare all’estetica nazista, dalla quale però i Laibach si sono sempre dissociati. L’idea del concerto è nata da Morten Traavik che aveva già realizzato alcuni video per i Laibach e che da diversi anni collabora con il governo della Corea del Nord per la realizzazione di eventi culturali. Il regista, con il quale abbiamo scambiato qualche parola dopo la proiezione del film, ci racconta che dopo gli anni di collaborazione con il governo gli sembrava che fosse giunto il momento di proporre una band come i Laibach e che forse la Corea del Nord era pronta ad assistere al primo concerto rock occidentale. La situazione in Corea del Nord, come ci spiega il regista, è di totale chiusura nei confronti di tutto ciò che arriva dall’esterno, in particolare per quanto riguarda la musica rock. Il rock, sebbene non sia proibito ufficialmente per legge, è in realtà mal tollerato e visto come simbolo negativo del mondo occidentale. Naturalmente ciò non impedisce l’arrivo di musica occidentale per vie non ufficiali, soprattutto da parte dei giovani benestanti che hanno l’opportunità di viaggiare all’estero. In ogni caso nessuno prima del concerto aveva avuto modo di conoscere i Laibach e la band si è dovuta scontrare fin da subito con un clima di diffidenza e di censura ma anche con la totale impreparazione dei tecnici a costruire un evento rock, anche per l’assenza della strumentazione e delle competenze necessarie. Il film racconta sostanzialmente tutto il processo di preparazione del concerto, nel quale si assiste al confronto tra ideologie e approcci culturali completamente diversi, al tentativo di venire a compromessi con gli incaricati del governo per la censura, salvaguardando l’integrità artistica della band e cercando di evitare di offendere il governo e il pubblico nordcoreani. Alla fine, con una scaletta ridotta all’osso, la band si esibisce nell’agosto del 2015 in occasione della Festa della Liberazione del paese, mentre sul confine tra Corea del Nord e Corea del Sud la situazione si surriscalda e i due paesi sono pronti a entrare in guerra.
Al di là della vicenda collegata ai Laibach e al concerto, il film è un bel documento di storia sociale che apre una finestra su un paese in cui vige uno dei sistemi totalitari più rigidi, considerato tra i paesi con il più alto livello di corruzione e di violazione dei diritti civili. Il film si apre con una serie di scene che alternano le parate militari nordcoreane alle vicende del rock nostrane, David Bowie, i Beatles, per sottolineare fin da subito la differenza di formazione culturale e musicale tra i due mondi e, oltre alle vicende dei Laibach, mostra scene della vita dei giovani nel paese. Nella parte finale si assiste a una delle sequenze più belle, il concerto dei Laibach e la carrellata del regista sui volti perplessi del pubblico che in alcuni casi si aprono a un sorriso appena accennato. Forse il concerto a qualcuno è piaciuto ma sembra non abbiano il coraggio di mostrarlo. Lo chiediamo al regista, se pensa che il concerto dei Laibach abbia lasciato qualche traccia in Corea del Nord o se la lascerà col tempo, e lui ci risponde citando una frase dell’ex presidente cinese Zhou Enlai pronunciata nel 1972: “L’impatto della rivoluzione francese? Troppo presto per giudicarla”.
Il Festival Seeyousound si tiene dal 27 gennaio al 4 febbraio http://www.seeyousound.org/
Rossana Morriello