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LE PALUDI DELLA MORTE

(TEXAS KILLING FIELDS)

di Ami Canann Mann  

Usa 2011

 

Seconda opera  dir poco ispirata e coinvolgente questa pellicola di Ami Canaan Mann, tratta da reali fatti avvenuti in una zona paludosa a ridosso della strada I45 in Texas.

Ambientato ai giorni nostri, ricostruisce un’agghiacciante serie di omicidi i cui cadaveri vengono appunto depositati nel luogo che da origine al titolo del film.

Due detective dai metodi e dagli umori decisamente opposti ma uniti nell’intento cercano di fare luce sugli orrori e di salvare una ragazzina da una fine pressochè segnata, cresciuta in ambienti depressi e pericolosi nei sobborghi di Texas city.

La trama avvincente, realistica e molto ben girata, ricorda i migliori thriller di cui abbiamo goduto nella storia grazie a ottimi interpreti

come Sam Worthington (“Avatar”,  e “Last Night” tra le sue maggiori apparizioni, ma lo vogliamo ricordare soprattutto in “The Debt”, piccolo capolavoro sugli esponenti del Mossad), Jeffrey Dean Morgan (molte presenze tra le più famose serie TV ma anche in “Watchmen” e “Motel Woodstock”), la sempre più brava, anche se qui in un ruolo marginale, Jessica Chastain, (“Three Of Life”, “The Help”..), Chloe Grace Moretz (bambina prodigio già vista in film ad alto contenuto horror come il rifacimento di Amytiville e “Let Me In”, ma anche amichetta del protagonista in “Hugo Cabret” di Scorsese) e Jason Clarke (“Nemico Pubblico” e “Wall Street”, ma lo aspettiamo nel “Grande Gatsby” di Baz Luhrmann).

“Le Paludi Della Morte”, come sottolineato anche dalla regista, serve a ricordarci della strisciante e dilagante criminalità che imperversa nelle zone suburbane degli USA con purtroppo spesso all’attivo delitti efferati a sfondo sessuale, in una maniera che non è la banalizzazione alla CSI, ma qualcosa di più profondo che arriva sottopelle e ci accompagna con il pensiero anche nei giorni successivi alla visione del film.

Interessante rilevare dai titoli di coda che in realtà è stato girato più in Lousiana (Dintorni di New Orleans, zone anch’esse pericolose ben narrate da James Lee Burke), e che le musiche sono state splendidamente firmate Dickon Hinchcliff, noto per essere membro dei Tindersticks,  ma già autore di eccelse colonne sonore. 

Un’ulteriore motivo che vi può spingere alla visione di questo film e sicuramente la produzione di Michael Mann, un vero maestro della tensione.

 

Fabio Vergani

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