LACUNA COIL, Il cielo è sempre più bl…ack
A tre anni da Delirium, a un anno dalla raccolta The Presence of The Paste The 119 Show – Live in London, i Lacuna Coil si aprono a Rockerilla con la naturalezza di chi sa di non dover fare i conti coi fantasmi del passato o hater del presente. L’amore che sprigionano tra i seguaci di-sempre o nuovi è figlio di una devozione intelligente, interessata e tecnicamente valida dietro la conoscenza di un forte apparato sonoro ben definito, teatro di una rappresentazione maggiormente heavy con punte goth melodiche dall’impatto sontuoso.
A 13 anni dall’ultima intervista col sottoscritto, agli inizi dell’esplosione filo-americana con Karmacode, chi sono oggi i Lacuna Coil? (risponde Andrea Ferro).
Cerchiamo da sempre di essere un gruppo fresco, musicalmente affine ai tempi che cambiano senza mentirealla direzione ormai consolidata che abbiamo abbracciato negli anni. Non suoniamo fuori dal tempoper richiamare con una certa nostalgia i tempi lontani, ascoltiamo di tutto e amiamo farlo dal momento che gli spunti e le idee nascono proprio dalla loro condivisione. Ci piace comprendere cosa suoni intorno a noi, ci nutriamo di altra musica, film, fumetti, videogiochi, mostre, opere d’arte, siamo aperti ad ogni tipo di influenza per catturare elementi che diano il la alla composizione dei brani. Oggi possiamo affermare con umiltà di avere una nostra identità e impronta anche se interpretassimo brani magari molto distanti da ciò che siamo, il marchioLacuna Coil esiste ed è riconoscibile. Quando ci rendiamo conto di realizzare qualcosa di troppo simile ad un brano già esistente, invertiamo subito la rotta e rielaboriamo.
Black Animaè il vostro nono sigillo e citando il grande Bergman (ne Il Settimo Sigillo) verrebbe da parafrasare «Questa è la mia musica, posso animarla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E noi…noi, Lacuna Coil, giochiamo a scacchi con la Musica.»
L’esperienza delle pubblicazioni in occasione del ventennale ci ha fatto tornare alle memoria tante storie e tanti particolari spesso smarriti dal tempo, la scelta di vecchi brani, gli arrangiamenti nuovi. Risentire In A Reveriedel 1999 ha aggiunto del pepe ai nuovi brani, ci siamo chiesti se dopotutto non fosse necessariocatturare gli ingredienti di quell’album e disperderli in questo, in particolare rimodulare quelle atmosfere quasi irripetibili.
Rivedersi e rivedere un film del passato con gli occhi di oggi ha un valore intrinseco notevolmente forte se parliamo di un brano di spessore o di un intero album. Certi filmnon perdono ma assumono nuove forme.
Certe sonorità ci appartengono, con una chiave di lettura differente. In Black Animaviriamo sull’heavy e spingiamo di più sulla ritmica e la mia voce direi che si incunea bene in questo meccanismo. Già conDeliriumci siamo mossi in questo contesto e paradossalmente abbiamo venduto molto più di tutti gli ultimi album, di conseguenza questo ci ha dato anche la garanzia di far bene e provare ad osare ancora di più sapendo di poter contare non solo sul classico zoccolo duro di fan, ma anche su una più ampia fetta di mercato. Poi in realtà i brani spaziano e prendono anche altri sentieri perché in primo luogo respiriamo la musica come una composizione cinematografica. Ogni disco è un film, un libro, un contenitore di ciò che siamo e vogliamo rappresentare di noi stessi. Black Animaè un film oscuro ed estremo dove si muove ed è riconoscibile il marchio del regista.
Se consideriamo la limited edition, sono ben 14 i brani rilasciati. Sembra un segno, una certezza di volersi aggrappare ad una identità ben definita che questa società tende a sbriciolare.
Abbiamo inserito una sorta di intro e outro come non se ne facevano dagli anni ’90, per cui siamo ancora molto legati alla vecchia(?)concezione dell’album. Non ci sono i classici tre-singoli-in-croce dove ci si identifica per le radio e si tira a campare con il rimanente, qui abbiamo registrato delle tegole. Sperimentali o meno, sono intense. Bisogna sempre sperimentare, non si può sempre pilotareun brano e anche fare la rivoluzionecol piglio democratico di quale sia l’esito calcolato e studiato a tavolino. Bisogna imporre un certo tipo di ascolto di qualità, a prescindere da quanto possa piacere. Non sentiamo l’esigenza di stare a gallama di interagire sempre più col nostro passato e il nostro futuro anche nella veste-live. Solitamente facciamo sempre tantissime date e per fortuna da noi la gente si aspetta sempre dei brani nuovi e nuova energia senza cristallizzarsi sulle hits.
Cristina cosa ne pensa di questo album?
Spingendo il ritmo in una certa direzione era logico pensare che ci fosse maggiore contrasto tra le due voci. Abbiamo due tonalità così differenti che è inevitabile giungere a queste soluzioni. Cristina ha cercato di interpretare molteplici identità tante quante sono le canzoni proposte. Dal classico al moderno, ha cercato di giocare per quanto possibile, adattandosi a dei nuovi ruoliche sono quelli della musica contemporanea. Non è stato semplice registrare i brani in tempi brevi perché l’intensità richiesta ci ha portato spesso a sforare dai soliti canoni temporali. Abbiamo osato costruire partendo anche solo dal titolo o dalle parole e in progressione abbiamo poi costruito le basi e il cantato. Tutto questo perché sentivamo la necessità di progredire senza i classici schemi logicidel cantare sopra una base già costruita ma formulareper inventare. Gli abiti di scena, il booklet, tutto è nato spontaneamente giorno dopo giorno lasciandoci influenzare da tutte le cose che ci sono accadute strada facendo.
Il simbolo sulla cover richiama Milano e non solo…
Esatto, anche se qui abbiamo un drago che combatte contro un angelo, attorcigliati alle nostre iniziali LC con font-tribale. Ci sono le nostre radici, il tema del disco, un certo esoterismo che si incunea bene nell’album, anche se ci tengo a precisare che non vi è nulla di satanista. Una cover magica e per certi versi spirituale. Questo è un vero album dark.
LACUNA COIL Black Anima Century Media
Dopo il Deliriumè giunta l’ora di fare i conti con la Black Anima. Virata heavy decisa. Nessun conto in sospeso, solo la necessità di sentirsi vivisenza perdere il filo-del-discorso aperto nel ’99 con In A Reverie. Ispirazione per vocazione, intenti e solidità primordiale in quanto B.A. non è un ritorno al passato ma la spina dorsale solidificata dei LC. Andrea scava la voce nelle caverne del cuore, Cristina raggiunge vette appuntite, scivola da un brano all’altro con la scioltezza di un soffio di vento nel cuore di panna ghiacciato di un cristallo di neve. Il nucleo pensante sprigiona da Layers Of Time, apripista definitivo a ciò che verrà domani. Sono “solo” 4 minuti di epicità e scariche elettriche fusi in androni melodici dalla corrente alternata. Non stiamo parlando di una band che-ha-già-dato ma di una sostanziale vocazione all’espansione in forme, idee, pensieri, influenze e gesta estetiche. Now Or Nevergraffia sin dalla puntina-sul-disco, una sorta di guanto-alla-Freddy pronto ad esplodere in estensione a Layers Of Time. Risparmiamoci il suona-come perché sin dalle parole di Andrea è evidente la volontà di contaminarsi con gli altrui afflati sonori, resa ancor più manifesta dalla remixabile The End Is All I Can See, una goth-ballad cadenzata come gocce di rugiada, così naturale da sembrare “strana”. BENTORNATI RAGAZZI ITALIANI.
Matteo S. Chamey