KILLING JOKE
ABC, Glasgow (Scozia) | 2 novembre
I Killing Joke sono pressoché degli eroi nazionali nel Regno Unito, e centinaia di Gatherers si sono mobilitati per la tournée che oggi fa tappa in Scozia. La band di supporto non arriva, per cui la folla che si assiepa, sorridente ed eccitata, nella grande sala di Glasgow deve far passare un’oretta prima di poter iniziare le danze.
Un roadie attempato attende lentamente gli ultimi preparativi, accendendo due candele che si perdono nella vastità del palco. Non c’è bisogno tuttavia di rimarcare il fatto che si tratti di un rituale collettivo con due misere fiammelle: basta la presenza di Jaz!
Ed eccolo, il nostro sciamano ed istrione, nella sua solita tuta grigia, i capelli lunghi e nerissimi. Parte The Wait, ed alla fine del pezzo saluta ed esprime subito la sua: “Peccato per l’affare dell’indipendenza: ho fatto il tifo per voi!”
Pezzi nuovi e vecchi cavalli di battaglia fanno ribollire il sangue, suonati in maniera tiratissima: anche se molti di noi sono avvezzi a ben altre velocità e volume, la musica è incandescente e Jaz di umore formidabile. Questo è l’effetto che fa la Scozia, fa sorridere e sperare.
Ed eccolo a rimarcare come il vedere la tragica saga dei rifugiati che ogni giorno sbarcano sulle coste del mediterraneo alla ricerca di un rifugio, di una nuova vita, talvolta lo renda vuoto ed insensibile, per poi vergognarsi profondamente della sua indifferenza. “Mi vergogno, si, mi vergogno, perché abbiamo perso tutta la nostra umanità. È un mondo orribile, quello là fuori…”
La gente applaude e ulula la propria approvazione: ci sono vecchi punk ancora con i giubbotti borchiati ed i capelli decolorati, ci sono vecchi e basta con il capo rasato e la barbetta bianca, donne sovrappeso con le rughe, ed alcuni giovani metallari; insomma, un’umanità varia, vera e solidale. Jaz, cammina su e giù per il palco, poi si ferma, sporgendosi verso di noi come se dovesse condividere un segreto: “Sapete, siamo controllati in tutti i modi, attraverso sostanze chimiche nel cibo e nell’acqua che ingeriamo, ed attraverso onde magnetiche. Però noi non vogliamo la Rivoluzione, vogliamo la Rivelazione!” E la folla, esplode al suono di Wardance.
Geordie è serio, sotto il suo berretto a bustina; il suono della sua chitarra incanta. Il basso di Youth è caldo e pulsante, e lui sorride, mentre io penso alla sua favolosa psytrance degli anni ‘90. Paul Ferguson martella dietro alla batteria, dando persino l’anima in un blast-beat che deraglia leggermente e lo lascia senza fiato. E la fine del concerto arriva troppo presto per noi, ma non per loro: sono chiaramente stanchi, dopo un’ora ed un quarto.
Ma basta poco per farli riprendere per un bis con i fiocchi, che include la sempre meravigliosa Love like Blood. I fans più sfegatati s’assiepano sotto il palco, ballando a più non posso, per la felicità di un Jaz divertito, ringalluzzito e riconoscente.
Bella serata.
Mystery Flame