KIASMOS
Kiasmos | Erased Tapes
Nel profondo nord le distanze sono concetti che si dilatano così come quelli di giorno e notte. Non sono stati certi i 450 km di mare aperto a fermare la collaborazione tra il compositore islandese Ólafur Arnalds e Janus Rasmussen, meglio conosciuto per il suo progetto elettro-pop Bloodgroup, tra i pochi nomi provenienti dalle Isole Faroe ad avere segnato le mappe dell’universo pop.
I due musicisti hanno iniziato a collaborare dal 2009 ma dati gli impegni personali sono riusciti a pubblicare l’esordio del progetto Kiasmos solo nell’autunno di quest’anno, dopo aver passato buona parte del 2014 in uno studio di Reykjavík a suonare e registrare ogni tipo di strumento.
Sebbene Ólafur si sia occupato delle parti orchestrali degli arrangiamenti (pianoforte e archi) e Janus abbia portato la sua sensibilità pop, Kiasmos è un disco di techno romantica ed elegante, lontano sia dalle languide architetture accademiche di Arnalds che dall’impeto electro di Rasmussen.
Gli otto brani in scaletta sembrano più in sintonia con la techno multicolore e carica di malinconia della Border Community di James Holden e Nathan Fake.
La batteria che carezza i timpani sull’introduttiva Lit fa da contraltare all’elegante drone che trasporta i neuroni tra i fiordi dei mari del Nord: quando a metà corsa compare il pianoforte di Olafur in tutto il suo splendore sembra di aver ritrovato i Sigur Ros nella loro veste più languida e melanconica. La seguente Held rincara la dose, con il pianoforte dell’islandese libero di scivolare su un arrangiamento ultra languido degno del miglior Graig Armstrong.
Anche quando i due Kiasmos mostrano il loro amore per l’house più notturna e avvolgente (Looped) non manca mai un crescendo di archi a ricordare la natura travolgente della loro musica.
Da non perdere.
Roberto Mandolini