JULIEN TEMPLE E I DR. FEELGOOD
Si è aperta lo scorso venerdì la 33esima edizione del Torino Film Festival (TFF), la manifestazione torinese che, nata nel 1982 come Festival Cinema Giovani, è diventata una delle più importanti rassegne cinematografiche nazionali.
Il TFF mantiene sempre un certo spirito underground, confermato anche dalla presenza di film a tema musicale, culminato nell’assegnazione nella scorsa edizione del Gran Premio Torino al regista britannico Julien Temple, autore di film come Sex Pistols Number 1 (con John Tiberi, 1977), La grande truffa del rock’n’roll (1980), Absolute Beginners (1986), Sex Pistols – Oscenità e furore (2000), Glastonbury (2006), Joe Strummer: Il futuro non è scritto (2007), Paul Weller: Find the Torch (2010) e il bellissimo London – The Modern Babylon (2012), presentato al 30° TFF.
Quest’anno Julien Temple torna a Torino in veste di guest director della manifestazione e di curatore di una specifica sezione con una selezione di film ispirati al suo nuovo lavoro, The Ecstasy of Wilko Johnson, che vedremo in anteprima italiana nei prossimi giorni al Festival.
Il film racconta l’esperienza del musicista a cui nel 2013 fu diagnosticata una forma di cancro in fase terminale che gli lasciava pochi mesi di vita. Dopo un farewell tour e un album di addio, la scoperta di poter essere operato e di poter guarire. Da questo incontro, che ha toccato molto il regista, l’idea di una sezione del TFF dedicata a questo genere di tematiche, dal titolo Julien Temple – Questioni di vita e di morte. Il primo film proiettato in questa sezione è un’opera dello stesso Temple del 2009, Oil City Confidential, dedicata ai Dr. Feelgood, band di cui proprio Wilko Johnson è stato chitarrista e leader dal 1970 al 1977.
Con il suo tipico stile, un montaggio serrato di interviste, fotografie, filmati originali dell’epoca e spezzoni di classici del cinema evocati dai dialoghi (a cominciare dal titolo che rimanda a L.A. Confidential), il regista ricostruisce la storia della band e dei suoi componenti, partendo dal luogo in cui sono nati e che ne ha connotato fortemente i tratti musicali e caratteriali, quella Canvey Island, posta sull’estuario del Tamigi nella contea dell’Essex, divenuta nel dopoguerra un importante centro petrolchimico. Con la costante presenza sullo sfondo dello skyline delle raffinerie, inquietante e affascinante al tempo stesso, i quattro futuri Dr. Feelgood crescono tra i loro primi miti musicali, gli Shadows, i Rolling Stones e Johnny Kidd & the Pirates (il nome lo prenderanno proprio da un suo brano, cover di un classico del blues).
Nati come band skiffle la formazione si consolida, grazie anche all’arrivo di Wilko Johnson, e il percorso musicale da intraprendere – in particolare dopo aver assistito a un concerto di Howlin’ Wolf-, si fa sempre più chiaro e porta al blues, anche se declinato in maniera del tutto personale. La loro miscela di blues e rock’n’roll, così diversa dal progressive che dominava in quegli anni e al quale il pubblico era abituato, viene accolta inizialmente in modo tiepido ma presto esplode in tutta la sua carica dirompente, innovativa e anticipatrice del movimento punk.
I Dr. Feelgood diventano così una delle band più popolari nel circuito del cosiddetto pub rock, grazie anche al carisma del chitarrista Wilko Johnson e del cantante Lee Brilleux.
Un film documentario bello e intenso su una band fondamentale nella storia del rock.
Rossana Morriello
Il 33° Torino Film Festival si tiene dal 20 al 28 novembre.
http://www.torinofilmfest.org/