Top

JOHN MURRY Nuovo singolo

JOHN MURRY When God Walks In  TV

Nuovo singolo estratto dall’album dello scorso anno (l’ottimo A Short History Of Decay), When God Walks In è abbandono sensoriale alle lusinghe dell’armonia che rapisce in un limbo di pathos e turbamento.

Qui John Murry è chiamato a (ri)raccontarsi tenendo fede alle sue istanze di cantastorie-poeta ai margini della scena. La sua voce increspata intona i morsi della disillusione che lo affliggono nel profondo e con essi i flussi di coscienza che gli derivano da un vissuto travagliato, irto di insidie e avversità spesso insormontabili (la droga, la reclusione, il dramma del lutto e l’amarezza di un rapporto finito), perennemente sospeso sul filo del disincanto e dell’incertezza.

Questo il quadro psicologico di un artista che nella musica ha riposto la sua rivincita, o perlomeno una specie di reagente catartico volto a lenire l’afrore delle sue ossessioni, l’unguento miracoloso mediante cui cauterizzare le ferite che lo hanno segnato nel timbro accorato e malinconico delle sue canzoni. When God Walks In non è una ballata folk fra le tante, ma un canto di passione che non passa inosservato, accompagnato dai bordoni diradati di pianoforte, corde, ritmi e tastiere, non così dissimile dalle introspezioni solitarie di un Nick Drake in preda ai responsi della ‘luna rosa’, o dalle tensioni interiori di un Leonard Cohen ammorbato di mal d’amore. Un pugno di accordi che vivono di una bellezza inafferrabile perché dissimulata nell’intimità della forma lirica più greve e raccolta, perché promessa alla ricerca del Dio che chiama in lui.

Emozionanti i fotogrammi del video diretto da Sarah Share che si irradiano sulle note di When God Walks In. Qui il Nostro è il protagonista di una sorta di rituale taumaturgico per l’affrancamento dell’anima, dove la sequenza del transfert ‘psicotico’ cui è sottoposto ne proietta la mente in una dimensione di flashback onirici che lo rivedono nei felici giorni d’infanzia, mentre in chiusura la luce di una serenità ritrovata si stringe in un commosso abbraccio d’infinita dolcezza.

Aldo Chimenti

 

Condividi