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Italodiscovery

Viaggio alla scoperta della Italo Disco

Nata dalle ceneri di una penisola martoriata dall’eroina, dal terrorismo e dalla perdita dell’innocenza in seguito al boom economico, l’italo disco rappresenta uno dei simboli degli anni ottanta. Un decennio in cui discoteche, dj, radio e produzioni musicali elettroniche sono state il fulcro di una nuova generazione, pronta ad abbracciare uno stile di vita meno politicizzato, meno violento, ma non per questo meno intenso. Profondamente influenzati dalla new wave britannica, giovani musicisti italiani forgiano un suono che mescola toni robotici e visioni futuristiche con basi prettamente strumentali, evolvendo poi verso melodie dance-pop destinate a conquistare il pubblico di tutto il mondo. E proprio il termine “Italo” fu coniato all’estero: nel 1983 Bernhard Mikulski, distributore tedesco, pubblica infatti Italo
Boot
, una serie di fortunate compilation dedicate alla musica da ballo made in Italy. Prende così il via un filone che, per volumi di vendita, sarà destinato a diventare il maggiore fenomeno di esportazione musicale nella storia del belpaese. Ma attenzione: non ci troviamo di fronte a un mero exploit commerciale. Soprattutto la prima produzione, quella pressoché sconosciuta al grande pubblico, seppe radicarsi a fondo nelle sub-culture, specialmente nei club gay di Chicago e New York, diventando il fondamento su cui si sviluppò in seguito la musica house. Fu così che, trascendendo i suoi confini iniziali, la italo finì per trasformarsi in un linguaggio universale, capace di adattarsi e amalgamarsi con le influenze culturali più diverse: dai ritmi sudamericani, alle tonalità francesi, fino ai beat marziali del nord Europa. Nonostante queste trasformazioni, riuscì comunque a mantenere sempre la sua identità, divenendo a tutti gli effetti un pilastro inconfondibile nella storia della musica occidentale del XX secolo.

In edicola sul nuovo numero di Rockerilla Aprile una retrospettiva critica sull’italo disco, il suono che ha segnato l’Italia degli anni ottanta. Interviste a Lorenzo Cibrario, Gazebo, Roberto Turatti, Fred Ventura e Marcello Giordani e  la speciale playlist realizzata da Hey Cabrera! appositamente per Rockerilla.

ph Alberto Bliglino

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