Top

INCINERATION FEST: il report

Il noto festival di metal estremo londinese Incineration Fest,  dopo le recenti edizioni a Tufnell Park ritorna con un meritato sold-out nel cuore della capitale e nel formato che tanto era piaciuto ai fan nel 2015. Tra l’Electric Ballroom, l’Underworld e il Blackheart posizionati strategicamente a pochi passi di distanza tra loro e dalla stazione della storica Camden Town, il pubblico dell’Incineration Fest ha l’imbarazzo della scelta in fatto di live di grosso calibro. Ad aprire l’edizione 2019 sono i portoghesi Sphinx nella tana rovente del Black Heart,che attraggono un pubblico abbastanza numeroso, grazie al loro technical death dal sapore Suffocation che manda tutti in visibilio totale. Dall’Underworld risponde il duo messicano dei Tombstoners che si lancia in un death caotico e bombastico di alto livello: il frontman Alex Venegas si mette in evidenza con i suoi assalti vocali cavernosi e i suoi riff robusti. Ma il protagonista della giornata è sempre comunque lui, Niklas Kvarforth con i suoi Shining, che dall’Electric Ballroomscatenano la consueta smania collettiva per le peripezie del frontman, più imbestialito che mai nel prendere possesso del palco.

Tra le note di Jag Är Din Fiende l’atsmofera si incupisce preparando perfettamente il terreno per il loro cavallo di battaglia For The God Below, eseguita alla perfezione in ogni sua singola sfumatura. Di ritorno all’Underworldl’atmosfera cambia radicalmente con gli americani Incite. Capitanati dal bravissimo Richie Cavalera, i nostri producono per il proprio pubblico un sano metal rovente a stelle e strisce. Durante il loro set, i temerari delle prime file si scatenano in un headbanging forsennato a conferma che gli Incitesono stati accolti favorevolmente.

I set degli Italiani Antropofagus, fautori di un death all’ennesima potenza, seguito da quello degli australiani Advent Sorrow precedono uno dei concerti più  stravaganti della giornata, quello dei Carpathian Forest del famigerato Nattefrost, che addobbano il palco con una miriade di bandiere norvegesi. Il sound è perfetto nella sua veemenza e nella velocità fulminea: tra le cime tempestose di Through Self Mutilation e Ancient Spirit Of The Underworld si confermano come una delle migliori band della giornata insieme al colosso greco degli SepticFlesh che segue. Seth Siro Anton frontman per eccellenza, insieme ai suoi compagni esegue una versione particolarmente infuocata di Martyr, traccia portante del loro ultimo album Codex Omega. Di ritorno all’Underworld è impossibile resistere al concerto dei Benediction, set dal sapore amaro trattandosi dell’ultimo concerto con Dave Hunt nel ruolo di frontman. Dave non si dà tregua per tutta la durata del set, tra le insidie rovinose di Divine Ultimatum e le ire ruggenti di Rabid, fino alla conclusiva furia schiacciasassi di Subconscious Terror .

All’Underworldtocca ora agli olandesi Asphyx quando il pubblico, anche se ormai visibilmente provato dalla stanchezza dopo un festival riuscito e entusiasmante, si lancia comunque sul palco senza esitazione e quando partono i primi accordi di Vermin non esistono più barriere. Gli headliner della giornata potevano essere solo loro, I leggendari Mayhem che fanno tremare le pareti dellElectric Ballroomcon un set riuscitissimo che spazia dai meandri maligni di Ancient Skin all’efferatezza di Freezing Moon con Attila Csihar in forma smagliante. E per chi ha ancora energie, ci sono i maltesi Abysmal Torment al Black Heartche mandano tutti a casa con un altro formidabile set. Fabiola Santini (testo e foto)

INCINERATION FEST

Londra,  Electric Ballroom, The Underworld, Black Heart

11 Maggio

Condividi