IGGY POP E JOSH HOMME
Valhalla nella mitologia scandinava è il luogo dove, dopo la morte, finiscono gli eroi che durante la vita hanno combattuto per i loro ideali. L’espressione viene usata da Iggy Pop nel film American Valhalla (Usa, 2017), di cui è protagonista insieme a Joshua Homme, leader dei Queens of the Stone Age e co-regista del film con Andreas Neumann. Il film è stato presentato al Festival Seeyousound a Torino e ha stupito per la forza delle immagini, la bellezza della fotografia, ma soprattutto per l’intimità e la poesia che lo caratterizzano nella descrizione del rapporto instaurato tra Iggy e Josh. La collaborazione tra i due nasce su iniziativa di Iggy che scrive a Josh una lettera (non usa telefonini, ci tiene a precisare) proponendogli una collaborazione dopo aver sentito dire che sarebbe stato disponibile. Difatti Josh confessa di aver fatto circolare tra i suoi collaboratori la voce che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa con Iggy Pop. Quando questa possibilità sembra potersi concretizzare, però, Homme ne è quasi sopraffatto, onorato ma allo stesso tempo intimorito dal confronto con uno dei miti della storia del rock. Iggy deve sollecitarlo un po’ ma poi la collaborazione si avvia. Ai due si aggiungono il polistrumentista Dean Fertita, anche lui membro dei Queens of the Stone Age, e il batterista Matt Helders degli Arctic Monkeys. Il lavoro congiunto dei quattro musicisti porterà alla realizzazione dell’album di Iggy Pop Post Pop Depression nel 2016.
Il documentario racconta in maniera molto coinvolgente, anche grazie alla splendida cura fotografica di Neumann che esordisce alla regia con questo film, ma ha alle spalle un passato da fotografo, l’incontro tra Iggy Pop e Josh Homme e la maniera in cui gradualmente cominciano a conoscersi e ad avvicinarsi. Un ruolo decisivo lo ricopre il periodo trascorso dai musicisti a provare al Rancho De La Luna, la sala di registrazione di Joshua Tree in California, nella quale hanno inciso tantissimi altri grandi nomi della musica. Lo studio, e la sua location particolare e suggestiva in mezzo al deserto, fanno da collante per i quattro musicisti e creano un’atmosfera davvero particolare e unica che esalta e ispira tutti loro e traspare bene dal film. Diventerà poi difficile chiudere quel periodo magico alla fine delle registrazioni e quindi Josh convince Iggy a fare un tour promozionale dell’album che li vedrà suonare in molte città europee quali Berlino, Parigi e a Londra, nel tempio della musica inglese, la Royal Albert Hall, profanato da Iggy al grido di ‘fuck fuck fuck’. Ovviamente.
Rossana Morriello