HUGO CABRET
di Martin Scorsese
USA 2011
Un sincero omaggio alla cinematografia e alla sua storia, da parte di Scorsese che ci aveva abituato a ben altro tipo di pellicole, con tanto di ricorso anche al 3D e a una storia adatta anche ai più piccoli e alle famiglie, tratta infatti da un romanzo per ragazzi.
Si narra la storia di un bambino, Hugo, orfano, cui rimane in eredità un automa inizialmente realizzato dal padre, (Jude Law ?!) sotto i suoi occhi, all’interno della stazione Montparnasse di Parigi all’inizio del secolo scorso.
Hugo è anche il misterioso essere che fa funzionare tutti gli orologi della stazione, appassionato di meccanica, in fuga perenne dal cattivo ispettore ferroviario (magnifico Sasha Baron Cohen); si imbatte in George Melies, padrone di una bottega di giocattoli all’interno della stessa stazione.
George Melies, (che è uno de riconosciuti padri del cinema), qui interpretato dal solito strepitoso Ben Kingsley, è un uomo deluso dalla vita, prigioniero del suo fastoso passato che crede dimenticato e distrutto.
Le vicende lo riporteranno a sorridere grazie all’aiuto della sua figlia adottiva e di Hugo.
Tra gli attori anche un altro mostro sacro, Christopher Lee, ma è soprattutto la fantastica e portentosa scenografia,(a cura del nostro bravo Dante Ferretti, già oscar con “The Aviator”, proprio di Scorsese) che desta il maggior clamore, calandoci facilmente nell’esperienza di frequentatore della stazione, anche senza l’ausilio della tecnologia 3D.
Il film è pluricandidato agli oscar; e vuoi vedere che forse questa sterzata giova a Scorsese (Oscar raggiunto solo nel 2007 con “The departed”) in termini di maggiore popolarità e riconoscimento ?
Forse è solo un grande esercizio di stile, ma che stile !
Fabio Vergani