HOODED MENACE
Londra | The Black Heart | 24 giugno
Sono passati quasi quattro anni dall’ultima performance londinese dei finlandesi Hooded Menace che insieme agli inglesi Dragged Into Sunlight, hanno lasciato un ricordo indelebile con un meritato ruolo di headliner nel loro ultimo tour europeo. Ora ritornano nella capitale, ancora una volta come headliner, a supporto del loro ultimo opus Ossuarium Silhouettes Unhallowed, uscito il 26 gennaio tramite Season Of Mist, album già annoverato, sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, tra le migliori uscite dell’anno. Con Ossuarium Silhouettes Unhallowed gli Hooded Menace hanno voluto esplorare e approfondire ulteriormente l’universo delle melodie, impreziosendo di stratificazioni e architetture sonore il loro death-doom di base. E dal vivo le nuove tracce si percepiscono in tutta la loro essenza, pur non mancando di offrire le tradizionali venature funeree. Il Black Heart si riempie ben presto all’inverosimile, di un pubblico accaldato sia dall’attesa trepidante che dalle temperature oltre la media di questa atipica giornata estiva inglese. Il calore è l’elemento propellente della serata: Harri Kuokkanen aka Hail Conjurer, l’ultimo arrivato in casa Hooded Menace si presenta sul palco con consapevolezza e decisione, eseguendo Never Cross The Dead e Sempiternal Grotesqueries con abbondanza di vocalizzi potenti e cavernosi. Lanciandosi tra la folla, Hail Conjurer appare in estasi totale grazie alla reazione dei fan, in preda a un vero entusiasmo collettivo e irrefrenabili nel loro headbanging. I ritmi più veloci di The House Of The Hammer alimentano una passione scalpitante e non esiste più alcuna barriera tra band e pubblico, tanto che il frontman abbandona quasi del tutto il palco per continuare il set nel bel mezzo del pubblico surriscaldato.
La chitarra di Lasse Pyykkö è una sputafuoco, i suoi tradizionali riff perfettamente calibrati e trascinati, avvolgono in un turbine di energie magnetiche e intossicanti. Quello degli Hooded Menace è un set che potrebbe durare all’infinito, tanto che il locale ci mette parecchio tempo a svuotarsi a fine concerto, come se i fan non volessero abbandonare questa atmosfera sublime creata da musicisti esemplari.
Testo e foto Fabiola Santini