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Gli Osanna e il Naples Power in un documentario

Il documentario Osannaples: avanguardia e rivoluzione con l’uomo del prog (Italia, 2021), in proiezione al Seeyousound su piattaforma streaming fino al 3 marzo, si apre con le immagini originali della Woodstock Italiana, come fu definito il Be-In che gli Osanna organizzarono a Napoli nel 1973, nel pieno della loro carriera che li porterà ad essere considerati uno dei gruppi più importanti del progressive rock italiano e artefici del Naples Power. Durante i tre giorni del Be-In, dal 19 al 21 giugno, molte persone, proprio come a Woodstock, dormirono sulla collina dei Camaldoli, nella città partenopea, per assistere alle performance dei migliori musicisti prog-rock. La scaletta includeva, tra gli altri, Atomic Rooster, Balletto di Bronzo, Latte e Miele, Perigeo, Semiramis, Jumbo, Claudio Rocchi, Franco Battiato, Edoardo Bennato, Alan Sorrenti e naturalmente gli Osanna. Le prime scene del documentario diretto da M. Deborah Farina racchiudono anche lo spirito dell’inizio di quel decennio, in cui la musica era fortemente politicizzata nel nostro paese e la ribellione post-Sessantotto al culmine. Le scene iniziali sono solo alcune delle molte straordinarie immagini e filmati dell’epoca che la regista è riuscita a raccogliere e che si affiancano al racconto diretto dei membri originali degli Osanna, soprattutto Lino Vairetti, il cantante e compositore, e poi Lello Brandi, Elio D’Anna, Massimo Guarino, Danilo Rustici, oltre a quello di amici, collaboratori e altri musicisti. Gli Osanna continuano a suonare oggi, dopo aver ripreso l’attività alla fine degli anni ’90 ma l’unico componente originale nella formazione attuale è Vairetti.

I protagonisti intervistati parlano della scena musicale napoletana deli anni ’60 e ’70 nella quale nascono gli Osanna, che non era dissimile da quella di molte altre città italiane in quegli anni. La scoperta delle musica americana e inglese attraverso le radio straniere, perlopiù pirata, come Radio Luxembourg, che trasmettevano jazz progressivo, bebop, R&B, R’n’R e poi beat e blues, e influenzavano i ragazzi, invogliandoli a suonare quella musica, i militari americani di stanza alla base Nato di Napoli che portavano in Italia i dischi che poi i giovani si scambiavano e la conseguente proliferazione di gruppi musicali e di locali in città.

Lo stesso Vairetti ha suonato in diversi gruppi prima di formare gli Osanna. Con la nuova band però la sua intenzione era di andare oltre le solite cover e di coniugare la tradizione popolare napoletana, il teatro e la commedia dell’arte (ispirato anche da una performance del Living Theatre) e il rock d’avanguardia che arrivava dall’estero (e che allora era ancora chiamato pop), di band come Deep Purple, King Crimson, Jethro Tull, Van der Graaf Generator. La teatralità la manifestavano salendo sul palco con lunghe casacche e con il volto dipinto, fonte di ispirazione persino per Peter Gabriel, che li vide a Napoli, dove suonò con i Genesis nel 1972.

Il successo per gli Osanna è stato immediato, già con la prima apparizione al Festival di Caracalla il 7 maggio 1971 e con la successiva partecipazione a vari altri festival (allora importanti “anche per tenere insieme generazioni diverse”), a trasmissioni televisive e radiofoniche e alla colonna sonora del film Milano Calibro 9. La loro particolare miscela di tradizione e modernità incuriosisce e piace da subito e verrà poi definita Naples Power, diventando un importante riferimento per altri musicisti napoletani, tra i quali Pino Daniele.

La teatralità è la cifra che usa anche la regista di Osannaples per raccontare l’oggi, con scene che ne sono intrise, e con una fotografia stupenda, che rendono il documentario bello e potente, proprio come la musica degli Osanna.

Rossana Morriello

SEEYOUSOUND 7 International Music Film Festival

19 – 25 febbraio 2021 | online on demand su PLAYSYS.TV

www.seeyousound.org

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