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GLEN HANSARD

This Wild WillingAnti

C’era una volta un busker… Già, ad ascoltarlo oggi, si stenta a credere che un songwriter dalla poetica così intima e forbita come Glen Hansard sia lo stesso folksinger di strada che nel film Once sbarcava il lunario confidando nella generosità dei passanti che lo incrociavano sui marciapiedi del centro di Dublino.

La metamorfosi minuziosamente descritta dai precedenti tre album realizzati fuori dalla pur notevole vicenda che lo ha visto protagonista con i Frames entra ora attraverso This Wild Willing in una ulteriore fase non meno suscettibile di significativi sviluppi.

Soprattutto sul piano sonoro, con una produzione sempre più ricercata e permeabile alle opportunità offerte da un uso della tecnologia digitale che pure risulta in tutto e per tutto congeniale all’umorale delicatezza di toni di Hansard, a quella voce così carica di sfumature che, insieme alla delicatezza melodica e armonica della scrittura musicale rappresenta il tratto più peculiare della sua espressività, il robusto anello di congiunzione con la più nobile tradizione cantautorale britannica. Quella che, tanto per intenderci, attraverso pagine squisite come I’ll Be You Be Me, Fools Game, Brother’s Keeper, Good Life Of Song, rimanda a Nick Drake, Roy Harper, John Martyn e Richard Thompson. Ineffabile malinconia.  Elio Bussolino 


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