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Giulia’s Mother #seguilazattera day3

Parla di ciò che conosci, si raccomandava Raymond Carver. Un insegnamento antico che oggi ha trovato una assoluta conferma. Nei mesi scorsi, parlando di questo progetto con un po’ di spavalderia, si discuteva di imprese epiche. Per settimane ne abbiamo riso; da oggi resterà per sempre la definizione più azzeccata. Gli amici di Roncarolo l’avevano annunciato già ieri: ragazzi attenti, domani c’è il bollino arancione. Abbiamo liquidato la frase con un’alzata di spalle, bevendoci l’ultimo bicchiere di vino.

Al mattino la sede della tana di Roncarolo si è affollata di curiosi. Avevano visto passare la zattera e ne volevano sapere di più. Tra strette di mano e scambi di indirizzi è arrivata in fretta l’ora della partenza, destinazione Boretto. Di lì a poco il primo imprevisto: il camper che ci accompagna, stivato di borsoni e materassini, si blocca sulla bassa piacentina per un imprecisato problema a un’elettrovalvola. Arriverà a destinazione soltanto nel tardo pomeriggio.

Ma il vero pericolo oggi arriva dal cielo. Le nuvole si inseguono, si gonfiano e cominciano a lanciare pioggia al suolo. Gli anziani che affollano i bar sulle rive guardano il fiume compiaciuti: qui non piove da tre mesi e le colture di pomodori, bietole, granturco, fragole e albicocche ne hanno sofferto molto.

A tutti è capitato di restare intrappolati sotto un temporale. Ma restare aggrappati a una piccola imbarcazione per ore in mezzo a un fiume largo quasi quattrocento metri sotto il diluvio è un’esperienza mistica. Il fiume ribolle letteralmente, liberando piccole molecole in superficie. L’acqua del fiume è bollente e il contrasto con la pioggia che scorre fresca sulla pelle è straniante. Lo scroscio resta molto violento, con i temporali che si scaricano (fortunatamente) intorno all’orizzonte.

Per due volte attraversiamo un banco di pesci, con qualche aspio che scorre in superficie o rimbalza alto nell’aria. Questa semi-immobilità si rivela un’esperienza dolorosa – le mani tremanti, il volto nascosto nel cappuccio del k-way e lo sguardo lanciato sulla superficie dell’acqua – eppure bellissima, qualcosa di mai provato prima. Gli Amici del Po di Casale Monferrato ci fanno strada senza un tentennamento; noi restiamo in attesa dell’attracco in contemplazione forzata. Passeranno altre due ore di pioggia a secchiate prima di intravedere il nostro attracco. Appena scesi restiamo inebetiti per qualche minuto, senza nemmeno la forza di asciugarci. Poi arriviamo in un ampio salone attiguo al museo della navigazione di Boretto in tempo per riposarci un po’. Di fronte a noi salutiamo Giuseppe Culicchia, impegnato in uno spettacolo: gli mostriamo la zattera e mettiamo le basi per progettare qualcosa insieme: le cose belle a volte nascono in pochi istanti.

In breve viene allestito il set, il brano che viene rilasciato oggi dai Giulia’s Mother in anteprima esclusiva per Rockerilla è Orion.

Un cuore acustico morbido e inquieto, prima di uno sfogo inevitabile. Le note e il loro succedersi irregolare sembrano raccontare la giornata di oggi. È come se volessimo scrollarci di dosso una sensazione che si è infilata sottopelle e che ci frena da troppo tempo. La ritmica raddoppia, si spegne, riparte impetuosa in un momento di rabbia feroce, la voce ferisce come mai prima. Il finale resta in sospeso, il viaggio riprende, c’è una nuova storia da raccontare.

 

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