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GIOVANNI LINDO FERRETTI

VENEZIA | Teatro Goldoni  | 21 marzo

Giovanni Lindo Ferretti ha scelto la splendida cornice del Teatro Goldoni di Venezia per l’unica tappa nel Triveneto del tour “A Cuor Contento”, progetto che ha preso forma nel 2011 per la necessità del front-man di tornare a raccontarsi sul palco. Per chi scrive è davvero gran cosa rivedere un artista come Ferretti; dopo quasi due ore di concerto sono uscito con la conferma che desideravo: Giovanni Lindo è, come lui stesso ama definirsi, un vecchio punk che trasmette ancora un’incredibile energia. Non s’intravvede nemmeno per un secondo l’intellettuale che ultimamente tanto ha fatto discutere per la sua conversione religiosa, per il suo aver “cambiato bandiera” quando l’argomento si fa politico. Accompagnato dai due ex Ustmamò, Ezio Bonicelli e Luca A. Rossi, è quello di sempre: una delle figure più importanti del panorama musicale italiano, al quale dobbiamo tutto il nostro rispetto. Anche la tappa veneziana registra il tutto esaurito, il pubblico abbraccia praticamente tre generazioni: giovani da poco maggiorenni, trentenni cresciuti più con le canzoni dei C.S.I. che con quelle dei CCCP e coloro che appartengono alle generazioni precedenti. Si parte con Pons Tremolans dal nuovissimo album, un’opera equestre intitolata Saga (il Canto dei Canti) poi, quasi in medley, arrivano Amandoti, Tu Menti, Tomorrow, Mi Ami? e Oh Battagliero e già i brividi lungo la schiena sono moltissimi: il lavoro di Ezio Bonicelli al violino e alla chitarra elettrica e di Luca A. Rossi al basso, chitarra elettrica e batteria elettronica è assolutamente di prim’ordine: Giovanni “ondeggia” davanti al microfono mentre gli arrangiamenti tessuti prendono la forma viscerale di certe sonorità legate alla musica dub. The Radio Plays è bellissima come sempre prima di Maritima Loca, altra traccia tratta dall’ultimo album. Una scaletta che ricorderemo a lungo e con molto piacere: Ferretti concede il giusto spazio a tutti quelli che sono stati gli universi sonori dalla sua vita artistica e gli applausi appena attacca Radio Kabul ne sono una riprova. Polvere è il primo dei due pezzi che componevano CO.DEX, l’album solista uscito all’inizio del nuovo millennio, poi è la volta di Occidente, uno dei brani più significativi, che costituiscono quel capolavoro della musica indipendente italiana che è Ko De Mondo, primo disco a nome C.S.I. e stiamo parlando ormai di 22 anni fa. Cupe Vampe in versione semplicemente ‘da urlo’ è uno dei punti più alti dell’intera serata anche se risulta difficile se non impossibile decidere quale sia il pezzo più toccante. Poi arrivano in successione Annarella e Del Mondo e qui oltre ai brividi si è travolti dalla commozione. Con Canto Eroico si torna al nuovo CD, al suo brano conclusivo e dopo le atmosfere ambientali dei due gioielli precedenti l’atmosfera si trasforma nuovamente per la parte conclusiva: Barbaro (ancora da CO.DEX) fa da “intro” a quello che tutti stanno aspettando: il giro e di conseguenza il tripudio dei presenti sugli accordi punk che costituiscono altri due pezzi di storia, ovvero Per Me Lo So e Curami che fanno letteralmente tremare il Teatro. Giovanni Lindo Ferretti saluta il pubblico dopo cinque minuti di meritatissimi applausi per tornare sul palco con il bis colmo di ritmo in levare. Depressione Caspica e Irata, davvero splendida in questa nuova veste. Ombra Brada è l’ultimo pezzo che ascoltiamo questa sera dal nuovo disco, per il finale ci sono altre tre canzoni storiche: Unità di Produzione, ancora così attuale nel testo e potentissima nel tiro sonico, Emilia Paranoica e Spara Jurij a sancire, infine, che questa sera sopra al palco del Teatro Goldoni a Venezia, un vecchio punk ci ha regalato due ore di Storia della Musica Indipendente italiana.

Un inchino ed un sincero ringraziamento a questo artista. Ce ne fossero di personaggi del suo calibro, capaci di farti sentire vivo mentre ipnotico, dondola davanti al suo microfono, sul palco di una città morente.

Mario Rosada

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