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GHOLD – HENRY BLACKER – MEADOWS

LONDRA | The Black Heart | 20 marzo

In occasione dell’uscita del nuovo album per la formazione dei Ghold, dal titolo Of Ruin (https://ritualproductions.bandcamp.com/album/of-ruin) Old Empire ha organizzato un concerto di presentazione live con due band di supporto d’eccezione. Il sipario viene aperto dagli inglesi Meadows. Nel loro loro sound, di base doom ma impreziosito da stacchi piuttosto aggressivi,   confluiscono scale particolarmente veloci che danno un tono più epico e potente. I loro set scorre bene, soprattutto grazie al drumming bellicoso di Jack Newnham che insieme al bassista George Newnham e al chitarrista Chris Moore contribuisce anche a un serie di vocalizzi ruggenti ma che non raggiungono mai un vero e proprio growling. La band non manca certo di individualità: le sezioni atmosferiche e lente dei loro quaranta minuti di gloria di questa sera continuano con i successori, i connazionali Henry Blacker. Il trio a grande sorpresa conquista il pubblico pur non essendo così noto al pubblico della capitale. Le note di base sono tradizionalmente rock, anche se affiorano spesso e volentieri degli sprazzi di riff serrati e di vocalizzi incalzanti che conferiscono un vero e proprio timbro distruttivo che rasenta uno sludge avvincente. L’eleganza di base si fonde alla perfezione con delle cavalcate fulminanti che danno occasionalmente una certa velocità. Crab House tratta dall’album Hungry Dogs Will Eat Dirty Puddings conferisce un tono ancora più intrigante al loro set, enfatizzato da passaggi di chitarra più diretti e potenti. Sono decisamente un trio da conoscerli più a fondo.

Il palco del Black Heart questa sera appartiene comunque ai meritati headliner: per i Ghold questa è un’occasione importante per farsi conocere dall’esigente pubblico londinese. Nonostante la settimana sia stata particolarmente impegnativa con concerti imperdibili ogni singolo giorno, questo ultimo freddo venerdì d’inverno non ha impedito a un buon numero di fan di assistere alla presentazione del loro opus Of Ruin. I Ghold sono Paul Antony e Aleks Wilson: il duo alterna con esemplare maestria scenari aggressivi e potenti a episodi più meditati e complessi, consentendo all’ascoltatore di immergersi in un tumulto emotivo. I volumi atroci permettono di apprezzare in pieno la solidità del sound di questa band. Il set procede tra le sferzate di Saw The Falling e Rid The Gleam, dei veri assalti sonori con un tocco di classe in più. L’album (la recensione completa sarà disponibile sul numero di Maggio) è assolutamente un must-have per i collezionisti più accaniti dei generi estremi.

Fabiola Santini (testo e foto)

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