FRANCOBEAT
Radici | Brutture Moderne
Musicare la pazzia, non rappresentarla. Senza filtri. Questa sembra essere la “mission” (mi si perdoni il vocabolo aziendalista) di Radici, un album nato dalla collaborazione tra il cantautore Franco Naddei, in arte Francobeat, e la comunità per disabili mentali “Radici” di San Savino, sulle colline di Riccione. Il lavoro di Naddei è stato quello di raccogliere e musicare i testi, scritti dagli ospiti della comunità durante una sorta di laboratorio di scrittura. Il resto lo hanno fatto loro, i “matti”.
Il risultato è un’allucinata espressione del reale in cui le parole, i pensieri, gli affetti di chi vive la disabilità mentale, incontrano il pop psichedelico, esplodendo in un caleidoscopio di sana irrazionalità. Così, l’ingenuità infantile, la purezza senza compromessi di queste voci, si fa musica ed esce dalla solitudine della diversità, dall’isolamento “di chi è fragile, di chi non ha una vita facile” (Pillole).
Dal canto suo, Francobeat, senza intervenire sui testi, e per questo tendendo come un elastico le linee melodiche, adattandole alla metrica sbilenca dei versi, costruisce canzoncine semplici e raffinate che ricordano il primo Battiato (Io ero bellissima, Il principe e la donzella) e inni al nonsense (Verde/Secco), seguendo musicalmente il percorso visionario aperto dalla follia.
Daniele Follero