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FLOWER FLESH

Duck In The Box

Black Widow


I Flower Flesh sono una delle ultime scoperte dell’infaticabile Black Widow. Il loro album d’esordio Duck In The Box è una piacevole sorpresa non solo perché si distacca dai canoni tipici delle band della scuderia Black Widow, ma sopratutto per il loro sound piacevolmente sospeso tra passato prossimo e presente. In un periodo in cui la riscoperta degli anni ’70 si fa a volte forzata, i Flower Flesh attingono da quelle band, i primi Marillion, Pallas e IQ, che ebbero il coraggio, negli anni ’80 di riportare in auge un genere dato per morto e sepolto. I suoni cristallini e brillanti, la voce di Daniel Elvstrøm, le trame intricate di basso e batteria, rendono l’ascolto della lunga My Gladness After The Sadness un piacevole viaggio ricco di sorprese così come gli stacchi di The Race of My Life, l’unica canzone divisa in movimenti come omaggio alla tradizione, con tanto di tributo al prog italiano in Tra il Fuoco ed il Vento. Dai tre minuti della iniziale Falling In Another Dimension alla cupa Scream And Die che chiude il disco c’è davvero poco da criticare. La costanza di Ivan Gribone e Alberto Sgarlato (rispettivamente bassista e tastierista nonché membri fondatori) è stata ripagata: Duck In The Box è davvero un bel regalo per questo inverno che stenta a farsi avanti.

Iacopo Meille

 

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