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FKA TWIGS #throughglass

In nuovo concept film di FKA Twigs.

FKA TWIGS | Lp1 | Young Turks

FKA Twigs. È questo il nome, invero un po’ bislacco, che i fiutatori professionisti di cose nuove dovranno appuntarsi in cima alle loro agendine, per i prossimi mesi. Anzi, probabilmente l’hanno già fatto da un pezzo. Sfruttando in apparenza un filone già da qualche tempo inflazionato di prevedibili maniere e manierismi, la poco più che ventenne ispano-giamaicana, un passato brillante da ballerina alla spalle, respira a pieni polmoni quell’aria di sofisticato high-tech soul che ancor oggi permea dei suoi ineffabili umori al silicio i quartieri più in della capitale inglese. La ragazza compila ad ogni modo un lavoro tutto improntato sull’eleganza di una forma sempre “a pennello”, impeccabilmente calibrata in ogni sua movenza e felicemente sintetica nell’approccio alla scrittura, all’incrocio esatto di Prince, Sade, Beyoncé, Björk e Janelle Monáe, ma con un tocco smaliziato di r&b in veste minimal-concettuale (molto ma molto debitrice della lezione di stile impareggiabile del primo James Blake, sentire Video Girl), allo sfumato confine di certo trip hop e non distante, per dire, da una Grimes. Dopo i due EP e il relativo, a dir poco virale, corredo di videoclip a supporto, Lp1 inanella dieci brani compatti, molto lavorati ma non freddi, che scivolano lateralmente tra tentazioni dreamy (Two Weeks) e puri azzardi avant-garde (non per niente qualcuno ha parlato di Laurie Anderson, vedi anche Hours, Lights On). Perfetta fotografia dei tempi nuovi.

Francesco Giordani

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