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ENTOMBED A.D.

Londra | The Underworld | 14 Novembre

 

Con due band a supporto del calibro dei Corrupt Moral Altar, reduci da una brillante performance a Damnation e Hang The Bastard, entrambe costrette a alla ritirata, la serata sembrava dovesse appartenere solo agli svedesi Entombed A.D., versione ‘14 dei sovrani indiscussi del death metal svedese Entombed. In effetti, la band tutt’ora capitanata dal mitico L.G. Petrov, attira tutta l’attenzione di un pubblico di veterani che li segue dai primi anni novanta (dai tempi di Left Hand Path) ma anche di giovanissimi. Le due band fanno comunque un ottimo lavoro di apripista, a cominciare dagli inglesi Diesel King. La band originaria di Londra è relativamente nuova: si forma nel 2010 e sin dagli esordi si è fatta notare per il sound tipicamente death à la Crowbar ma con quel groove in più che li identifica nella loro indiscussa personalità. Il growl cavernoso e primitivo del frontman Mark O’Regan, che ricorda un giovane Phil Anselmo per la sua solida presenza sul palco, è indubbiamente il punto di forza della band anche se la moltitudine di riff taglienti e velocissimi alternati a cambi di tempo pesantissimi e il drumming forsennato non passano di sicuro inosservati. Il loro set scorre, il pubblico sembra ben oliato e pronto ricevere la seconda band della serata, The Graviators. Con questa interessante formazione svedese le cose cambiano drasticamente: i vocalizzi caldi e trascinati del frontman Niklas Sjöberg e la sezione ritmica di base che sa viaggiare a velocità sparata ma anche rallentare in maniera conturbante rendono il loro sound tipicamente anni 70 ma con quella marcia in più che smuove il pubblico. La chitarra di Martin Fairbanks è serrata e lancia squarci di assoli ben costruiti e calibrati. È arrivato il turno degli headliner: le barriere delle prime file dell’Underworld stanno già per crollare sui primi accordi di chitarra e basso dei mastodontici Nico Elgstrand e Victor Brandt e con l’arrivo in palco di L.G. Petrov l’audience diventa incontrollabile. In tour a supporto della loro ultima fatica, Back To The Front, uscito quest’anno, la formazione leggendaria si dimostra ancora una volta in perfetta forma. Il tradizionale crushing ti chitarra che identifica la potenza del sound degli Entombed A.D., le sferzate compresse ricche di distorsione e accordature ribassate che vengono sparate a mille da una serie di amplificatori Peavey esplodono nella sequenza di apertura Pandemic Rage e I For An Eye . Il lato più brutale di questa band storica che dimostra di avere ben pochi rivali rasenta l’esasperazione con la super-fast Left Hand Path ricca di assoli atonali e frenetici. L’atmosfera sinstra e malsana di Serpent Speech in chiusura li riconferma ancora una volta come una delle realtà death metal più potenti in circolazione.

Fabiola Santini

Ph Fabiola Santini

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