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DYING FETUS – GOATWHORE – MALEVOLENCE – FALLUJAH

Londra | The Garage | 23 Novembre

In un grigio e piovoso pomeriggio londinese ci voleva proprio un line-up di questo calibro per scuotere le anime tormentate dai primi freddi e dall’avanzare del buio invernale. Ad aprire il sipario gli americani di San Francisco Fallujah: con un pubblico così esigente in materia di metal estremo come quello degli headliner – i veterani Dying Fetus – la loro miscela schiacciasassi definita “atmospheric death metal” e a primo impatto rovinosa e poco convince. Di “atmospheric” c’è davvero poco: tra il pubblico si nota qualche spavaldo che cerca di coinvolgere i presenti nel tradizionale mosh-pit a turbina del Garage ma sono solo accenni. L’arrivo dei inglesi di Sheffield Malevolence coincide con il vero inizio di serata. A spina innescata le scintille tra i fuochi e le fiamme del loro sound impreziosito da ritmi bombastici e rullate incessanti fanno scorrere il set senza intoppi, i loro trenta minuti di gloria avrebbero potuto durare di piu. Già ben posizionati tra le giovani promesse del metal estremo anglosassone, i Malevolence dimostrano di essere giunti a buon punto della loro promettente carriera. Per i Goatwhore questo è il primo show londinese dopo troppo tempo, vuoi per l’esorbitante numero di fan che indossano la loro maglietta, vuoi per la reazione collettiva al saluto assordante di benvenuto dato dall’irrefrenabile Ben Falgoust all’arrivo sul palco: è chiaro che sono molto attesi. In tour a supporto del loro ultimo album Constricting Rage Of The Merciless uscito lo scorso luglio, la formazione di New Orleans offre uno spettro di metal estremo per tutti i gusti: dal thrash forsennato di In Deathless Tradition sullle note distorte e intrise di black di Baring Teeth For Revolt e FBS ogni loro traccia è eseguita con la massima precisione e tanta voglia di far divertire. Il frontman balza tra il pubblico creando una reazione immediata di panico da parte dei membri della sicurezza: ma non c’è nulla da temere, l’entusiasmo è una reazione ovvia quando nelle vene scorre questo fuoco irrefrenabile. Sono in forma e gettonati i Goatwhore saranno infatti tra i protagonisti della quindicesima edizione del noto festival Inferno che si terrà a Oslo dall’ 1 al 4 aprile (http://www.infernofestival.net). Con il trio dei veterani Dying Fetus si ristabilisce un certo ordine ma solo all’apparenza. Il loro volume atroce e l’alternarsi dei vocalizzi cavernosi di John Gallagher, frontman e chitarrista per eccellenza, e del bassista Sean Beasley scandiscono sensazioni che vacillano tra il pericolo imminente e la voglia di frantumare un qualsiasi oggetto a portata di mano. Il drumming mastodontico di Trey Williams tutt’ora uno dei migliori batteristi in circolazione caratterizza il sound solido di questa band intramontabile che lascia poco all’immaginazione. D ore scarse di Dying Fetus non bastano mai: One Shot, One Kill e Raped On The Altar sfiorano l’eccellenza con la consueta sezione ritmica devasante. Kill Your Mother, Rape Your Dog e Your Treachery Will Die With You in chiusura sono uno sfoggio di tecnica insuperabile. La folla è distrutta ma entusiasta, come sempre dopo i loro concerti.

Fabiola Santini 

ph Fabiola Santini

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